Il programma “In Onda” su Rai Scuola ha dedicato un episodio al crescente rischio di desertificazione in Italia, con particolare attenzione alle regioni del sud. Circa il 20% del territorio nazionale è a rischio di diventare incoltivabile, mentre in Sicilia questa percentuale supera addirittura il 70%. Attraverso interviste e reportage, il programma esplora le cause e le possibili soluzioni a questo fenomeno preoccupante.
Le cause della desertificazione secondo gli esperti
Durante il viaggio che ha toccato Catania, Trapani e Messina, sono stati intervistati diversi esperti del settore. Vincenzo Piccione, geobotanico dell’Università di Catania, ha spiegato come i cambiamenti climatici stiano contribuendo alla perdita di fertilità dei terreni. La combinazione di temperature elevate e scarsa piovosità sta rendendo sempre più difficile la coltivazione agricola nelle aree vulnerabili.
Giuseppe Giaimi, Dirigente Forestale impegnato nel rimboschimento dei Monti Peloritani, ha sottolineato l’importanza delle foreste nel mantenere l’equilibrio ecologico. Le foreste non solo proteggono i suoli dall’erosione ma contribuiscono anche alla biodiversità locale. Alessandro Crisafulli dell’Università di Messina si è concentrato sulla biodiversità dei boschi siciliani come risorsa fondamentale per contrastare la desertificazione.
Leggi anche:
Rosario Schicchi ha portato i telespettatori nel Parco delle Madonie per mostrare come questo spazio naturale rappresenti una risposta efficace alle sfide ambientali attuali. La conservazione degli ecosistemi naturali è cruciale non solo per la fauna e flora locali ma anche per le comunità che dipendono da queste risorse.
L’impegno delle comunità locali nella lotta contro la desertificazione
Oltre agli interventi scientifici ed accademici, sono emersi esempi significativi di impegno da parte delle comunità locali. Renato Carella, Presidente di un’associazione ambientalista nella provincia di Catania, guida un progetto volto a ripristinare il bosco di Santo Pietro. Questo sforzo collettivo dimostra come l’attività volontaria possa avere un impatto positivo sull’ambiente circostante.
Un altro esempio interessante proviene dalla spiaggia di Custonaci dove Gianluigi Pirrera si occupa della ingegneria naturalistica applicata al ripristino delle aree colpite dalla desertificazione. Questi interventi non solo aiutano a recuperare terreni degradati ma offrono anche opportunità economiche attraverso attività sostenibili legate al turismo ambientale.
La collaborazione tra cittadini ed esperti è fondamentale per creare una rete efficace contro la perdita della biodiversità e migliorare le condizioni ambientali nelle zone più vulnerabili d’Italia.
Progetti europei e innovazioni tecnologiche nella lotta alla desertificazione
Il programma “In Onda” ha messo in luce anche progetti europei volti ad affrontare i cambiamenti climatici attraverso pratiche agricole innovative. Paola Quatrini dell’Università di Palermo insieme all’agricoltore Massimiliano Solano hanno presentato Life Desert Adapt: un’iniziativa che mira ad adattare le tecniche agricole ai nuovi scenari climatici siciliani.
Carmelo Nicotra della Stazione Consorziale Sperimentale di Granicoltura per la Sicilia ha parlato del grano come possibile soluzione al depauperamento del territorio agrario siciliano; una coltivazione che potrebbe contribuire sia alla sicurezza alimentare sia alla preservazione degli habitat naturali se gestita correttamente.
Infine Rachele Castro dell’IRSSAT CNR ha discusso l’importanza delle nuove tecnologie nella lotta contro la desertificazione; strumenti matematici possono fornire modelli predittivi utilissimi nell’identificare aree a rischio ed ottimizzare gli interventi necessari sul campo.
Questa serie d’interventi evidenzia quanto sia complessa ma necessaria l’azione coordinata tra scienziati, agricoltori e cittadini comuni nel fronteggiare uno dei problemi più gravi legati ai cambiamenti climatici contemporanei.