Roma, rimozione di cartelli turistici: polemiche e confusione amministrativa

La rimozione di cartelli turistici a Roma ha scatenato polemiche per design inadeguato e informazioni errate, evidenziando problemi di gestione amministrativa e responsabilità tra enti coinvolti.
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A Roma, la recente rimozione di cartelli turistici ha sollevato un acceso dibattito. Questi segnali, che indicano le distanze da importanti punti d’interesse come monumenti e musei, sono stati oggetto di critiche per il loro design inadeguato e per errori nelle informazioni fornite. La situazione evidenzia anche le problematiche legate alla gestione amministrativa della città.

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Cartelli turistici: un’iniziativa controversa

Negli ultimi giorni, due cartelli indicativi sono stati rimossi dal centro storico di Roma. Questi segnali erano stati installati con l’intento di facilitare l’orientamento dei turisti nella capitale italiana. Tuttavia, la loro presenza ha suscitato polemiche a causa del loro aspetto poco armonioso con il contesto architettonico circostante. I cartelli presentavano colori vivaci e un design moderno che si discostava dall’estetica storica della città.

L’ultimo cartello rimosso si trovava davanti al Pantheon, uno dei luoghi più visitati dai turisti romani e non solo. Non solo il segnale ostacolava la vista del monumento, ma riportava anche informazioni errate: indicava che il Pantheon fosse a un minuto di distanza quando in realtà si trovava a pochi passi. Un altro cartello era stato tolto qualche giorno prima in piazza Navona per motivi simili; disturbava la visuale della famosa fontana del Bernini.

Inoltre, altri segnali ancora presenti in città hanno mostrato imprecisioni nei calcoli delle distanze indicate rispetto alle mappe sottostanti. In alcuni casi i nomi delle strade erano errati o mal riportati.

Confusione sulle responsabilità

La questione dei nuovi cartelli è complicata dalla mancanza di chiarezza riguardo agli enti responsabili della loro installazione e gestione. Da una parte c’è la società Giubileo 2025, incaricata dell’organizzazione logistica dell’evento religioso previsto nella capitale; dall’altra ci sono il Comune e la Sovrintendenza ai Beni Culturali che hanno richiesto la rimozione dei segnali contestati.

Un incontro tra Marco Sangiorgio, direttore generale della Giubileo 2025; Claudio Parisi Presicce, sovrintendente ai Beni Culturali; e Roberto Gualtieri, sindaco di Roma nonché commissario straordinario per il Giubileo era programmato per discutere queste problematiche martedì scorso. Sangiorgio ha dichiarato che sarà avviata una revisione generale dei cartelli esistenti prima dell’installazione di nuovi esemplari.

Secondo le normative vigenti nel settore della segnaletica pubblica a Roma è prevista una conferenza dei servizi prima dell’approvazione definitiva degli impianti da posizionare sul territorio urbano; tuttavia non è chiaro se questo processo sia stato rispettato nel caso specifico degli ultimi cartelli rimossi.

Segnalazioni dai cittadini

La consigliera comunale Nathalie Naim ha riferito all’agenzia stampa locale “Roma Today” che molti cittadini hanno segnalato problemi legati all’ingombro creato dai nuovi segnali sui marciapiedi. Questo comportamento contrasta con quanto stabilito dal codice della strada italiano riguardo alla fruibilità degli spazi pubblici pedonali.

Stefano Tozzi – consigliere comunale appartenente al partito Fratelli d’Italia – ha aggiunto ulteriormente alla discussione affermando che i fondi destinati all’acquisto delle paline ammontano a 5 milioni di euro provenienti da finanziamenti specificamente dedicati alla segnaletica turistica nella capitale italiana.

Questa situazione mette in luce non solo le difficoltà organizzative nel gestire iniziative simili ma anche l’importanza cruciale del dialogo tra istituzioni locali affinché progetti futuri possano essere realizzati senza incorrere negli stessi errori già riscontrati.

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