Il 5 giugno 2025, un incendio è scoppiato nuovamente sulla collina di Monte Mario, suscitando timori tra i residenti e le autorità locali. Fortunatamente, grazie all’assenza di vento e all’intervento tempestivo delle squadre di emergenza, il rogo è stato contenuto in modo più efficace rispetto agli eventi dello scorso anno. L’incendio ha avuto origine intorno alle 9:30 del mattino e ha coinvolto una zona già nota per problemi legati alla sicurezza ambientale.
La risposta delle squadre di emergenza
Dopo la segnalazione dell’incendio, le squadre della protezione civile si sono mobilitate rapidamente da diverse aree della capitale. Circa cinquanta volontari provenienti da Massimina, Magliana, Tor Bella Monaca e Castel di Guido hanno raggiunto il luogo del rogo in meno di venti minuti. A supporto delle operazioni sono intervenuti anche i vigili del fuoco con mezzi specializzati tra cui pick up e autobotti. Il dispositivo antincendio regionale ha visto l’impiego di un elicottero bimotore che ha contribuito a spegnere le fiamme dall’alto.
L’incendio si è sviluppato in una radura caratterizzata dalla presenza di foglie secche accumulate nel tempo. La situazione era potenzialmente critica poiché la vegetazione densa avrebbe potuto alimentare ulteriormente il fuoco se fosse spirato vento forte. Le strade circostanti sono state chiuse al traffico dalle forze dell’ordine per garantire la sicurezza dei cittadini mentre le operazioni proseguivano.
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Le conseguenze immediate dell’incendio
Nonostante l’efficace intervento dei soccorritori, l’incendio ha causato danni significativi su un’area stimata attorno ai mezzo ettaro. I residenti nelle vicinanze hanno vissuto momenti di ansia simili a quelli vissuti durante gli incendi dello scorso anno quando il fuoco aveva minacciato strutture importanti come l’osservatorio astronomico e vari edifici pubblici nella zona.
Le autorità locali hanno evidenziato che nell’area interessata dall’incendio erano presenti rifiuti abbandonati e possibili insediamenti abusivi che complicano ulteriormente la gestione della riserva naturale. Un residente vicino al luogo del rogo ha descritto come le fiamme fossero visibili a pochi passi dal suo cancello d’ingresso; questo mette in luce non solo i rischi legati agli incendi ma anche quelli derivanti dalla presenza non controllata degli accampamenti nella zona.
Critiche alle istituzioni locali
La situazione ha sollevato critiche nei confronti delle autorità competenti riguardo alla gestione degli spazi verdi urbani ed alla prevenzione degli incendi. Sabrina Alfonsi, assessora all’Ambiente del Comune di Roma, ha espresso preoccupazione per l’inerzia nel monitoraggio della riserva naturale da parte dei guardia parco Roma Natura; questi dovrebbero vigilare sull’area segnalando eventuale presenza di rifiuti o accampamenti illegali.
Fabrizio Santori della Lega ha sottolineato come le problematiche relative agli insediamenti abusivi siano rimaste irrisolte dal precedente episodio incendiario avvenuto lo scorso anno; secondo lui questo dimostra una mancanza d’impegno da parte dell’amministrazione comunale nel garantire la sicurezza ambientale nella zona.
Le tensioni post-incidente continuano ad essere palpabili mentre cresce l’urgenza per un intervento deciso volto a evitare futuri episodi simili che potrebbero mettere in serio rischio sia gli abitanti sia il patrimonio naturale locale.