I lavoratori dei supermercati Lidl hanno indetto uno sciopero per sabato 24 maggio, dopo un periodo di stato di agitazione che ha comportato il blocco degli straordinari e dei supplementari. La catena discount, una delle più grandi in Italia con oltre 530 dipendenti a Roma e nel Lazio, si trova ora al centro di una controversia sindacale riguardante le condizioni lavorative e i salari.
Motivi dello sciopero
La mobilitazione è stata organizzata dalle sigle sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs in risposta alla delusione per la trattativa sul contratto integrativo. Le organizzazioni chiedono un incremento salariale significativo e miglioramenti nelle condizioni di lavoro. Secondo i sindacati, l’unica proposta avanzata da Lidl è stata quella di offrire buoni spesa come aumento retributivo, una soluzione considerata insufficiente rispetto alle aspettative dei lavoratori.
Dopo mesi di negoziato senza risultati soddisfacenti, i rappresentanti sindacali hanno espresso la loro frustrazione: “L’offerta dell’azienda non tiene conto delle richieste legittime presentate dai dipendenti”, affermano. Le richieste includono l’istituzione di un premio di risultato, l’introduzione di una quota fissa aggiuntiva sul salario e il riconoscimento dei buoni pasto.
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Situazione economica dell’azienda
Lidl Italia ha registrato negli ultimi anni una crescita sostenuta del fatturato che supera i 7 miliardi di euro. Questo incremento è stato favorito dall’espansione della quota nel mercato della grande distribuzione alimentare ed è accompagnato da utili significativi; negli ultimi cinque anni l’utile ante imposte si attesta intorno a 1,3 miliardi euro. Nonostante questi risultati positivi dell’azienda, le organizzazioni sindacali sostengono che sia fondamentale redistribuire parte degli utili ai circa 23mila dipendenti presenti in tutta Italia.
Secondo Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs “le lavoratrici e i lavoratori sono stati protagonisti principali nella generazione degli utili aziendali” ed è quindi giusto riconoscerne il contributo attraverso adeguate forme retributive.
Problemi nell’organizzazione del lavoro
Un altro aspetto critico evidenziato dai sindacati riguarda l’organizzazione del lavoro all’interno dei punti vendita Lidl. I rappresentanti delle sigle lamentano carichi troppo gravosi per gli operatori commerciali ed evidenziano problematiche relative alla programmazione oraria. Circa il 75% dei dipendenti lavora con contratti part-time; questo porta a mancanza di schemi orari predefiniti che garantiscano certezza nei turni.
Le organizzazioni denunciano anche che la gestione attuale degli orari non rispetta pienamente le normative vigenti né gli accordi contrattuali stabiliti precedentemente. Questa situazione ha spinto i lavoratori a unirsi nella protesta programmando lo sciopero previsto per sabato prossimo.
La mobilitazione segna un momento cruciale nella lotta per diritti più equi all’interno della grande distribuzione italiana mentre cresce la pressione sulle aziende affinché ascoltino le esigenze reali dei propri dipendenti.