Ieri, il teatro della parrocchia di Sant’Alessandro Sauli a Pavia ha ospitato lo spettacolo “Erano i nostri giorni selvatici”, un evento che ha coinvolto gli allievi del corso di teatro sociale del Cse Samarkanda. L’opera è stata ispirata liberamente dal celebre libro “Nel paese dei mostri selvaggi” di Maurice Sendak e ha messo in luce temi come la libertà e l’espressione personale attraverso il gioco e la creatività.
Un progetto collaborativo
Il laboratorio teatrale che ha dato vita a questo spettacolo è stato realizzato grazie alla collaborazione tra diverse realtà locali, tra cui il Laboratorio sociale Crosione, Calypso teatro per il sociale e la Cooperativa Sociale Sant’Agostino, con il patrocinio del Comune di Pavia. Questo progetto si inserisce nel contesto delle attività promosse per favorire l’inclusione sociale attraverso l’arte. La sinergia tra le varie associazioni ha permesso non solo la realizzazione dello spettacolo ma anche un percorso formativo significativo per i partecipanti.
I protagonisti sul palco
Sul palco si sono esibiti diversi giovani attori, tra cui Davide Aguzzi, Daniela Calvi, Alessio D’Addato e molti altri. Ogni partecipante ha portato sul palco una parte della propria personalità e delle proprie esperienze. Le educatrici Elisabetta Carini, Domenica Napoli e Paolo Scotti hanno guidato gli allievi durante le prove, mentre i volontari del servizio civile Evelin Sorce e Nadir Abbasili hanno supportato le attività dietro le quinte. La presenza della volontaria Manola Converso ha ulteriormente arricchito l’esperienza formativa degli attori.
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Tematiche affrontate nello spettacolo
“Erano i nostri giorni selvatici” esplora concetti legati ai desideri considerati “proibiti”. Attraverso una narrazione vivace ed evocativa, gli attori hanno rappresentato situazioni in cui possono emergere comportamenti normalmente non accettati dalla società: mangiare cioccolato senza limiti o esprimere emozioni fortemente attraverso parole colorite. Questi elementi sono stati utilizzati come metafore per illustrare un mondo dove regna la libertà individuale.
La referente di Calypso Teatro ha commentato: «Abbiamo provato immaginare cosa succede nel paese delle creature selvagge», sottolineando come lo spettacolo sia stato concepito come un’esplorazione liberatoria dei confini imposti dalla società quotidiana.
Scenografie artistiche
Le scenografie dello spettacolo sono state curate dal laboratorio artistico di Samarkanda. Gli elementi visivi hanno contribuito a creare un’atmosfera suggestiva che accompagnava ogni scena dell’opera. L’uso creativo degli spazi scenici è stato fondamentale per trasmettere al pubblico l’essenza del racconto ispirato da Sendak.
L’evento si è rivelato non solo una performance artistica ma anche un’importante occasione per riflettere su temi sociali rilevanti attraverso il linguaggio universale del teatro.