Temperature estreme a Roma: fino a 57 gradi al suolo nelle periferie

Roma affronta temperature record, con punte di 57 gradi nelle periferie. L’analisi evidenzia l’urgenza di interventi per mitigare gli effetti del caldo estremo sulla popolazione vulnerabile.
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Nelle ultime settimane, Roma ha registrato temperature record nelle sue periferie, con punte che raggiungono i 57 gradi al suolo in alcune aree industriali e logistiche. Un’analisi condotta negli ultimi dieci anni, focalizzandosi sul periodo compreso tra il 1° giugno e il 31 agosto, evidenzia come la capitale italiana sia sempre più vulnerabile agli effetti del grande caldo. Questo fenomeno non solo mette a rischio la salute dei cittadini, ma solleva anche interrogativi sulle condizioni di vita nelle zone più colpite.

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I quartieri più caldi della capitale

L’analisi delle temperature urbane ha messo in luce alcuni dei quartieri romani più colpiti dal caldo estremo. Ciampino e Casetta della Mistica si distinguono per le loro medie superiori ai 47 gradi. Altri quartieri come Omo, Lucrezia Romana, Gregna e Appia Sud seguono da vicino con valori altrettanto preoccupanti. Anche Tor Sapienza, Romanina e Torre Angela sono tra le zone dove le temperature superano i limiti tollerabili.

Particolare attenzione va rivolta ai luoghi di lavoro: nel deposito Atac di Grottarossa si registrano ben 57 gradi al suolo; anche il centro Amazon al Trullo e l’area logistica di Commercity non sono da meno con punte di 54 gradi. Queste condizioni mettono in seria difficoltà i lavoratori che operano in ambienti così estremi.

Al contrario, esistono anche zone più fresche nella città eterna. Acquatraversa segna una temperatura media intorno ai 38 gradi; Castel Fusano e Castel Porziano si attestano sui circa 35 gradi; Villa Ada riporta valori simili a quelli di Acquatraversa mentre Trionfale registra circa 39 gradi. La differenza è evidente: le aree caratterizzate da una maggiore presenza di vegetazione possono vantare temperature fino a venti gradi inferiori rispetto alle zone densamente urbanizzate.

Il principio dell’isola di calore urbana

Il fenomeno delle alte temperature è spiegato dal principio dell’isola di calore urbana . Nelle aree fortemente costruite della città, l’impermeabilizzazione del suolo unita alla scarsa presenza vegetativa trasforma interi quartieri in veri forni all’aperto. Questa situazione rende insostenibile la vita quotidiana per migliaia di cittadini romani.

Le conseguenze del caldo estremo non colpiscono tutti allo stesso modo: le fasce socialmente vulnerabili sono particolarmente esposte ai rischi legati alle alte temperature. Persone anziane o con patologie preesistenti possono trovarsi in difficoltà ad affrontare queste condizioni climatiche avverse senza adeguati sistemi di raffreddamento o accesso all’acqua potabile.

Il rapporto redatto da Nicola Riitano e Alessia D’Agata dell’ufficio scientifico Legambiente Lazio evidenzia l’urgenza d’interventi mirati per mitigare gli effetti del cambiamento climatico sulla popolazione romana. La collaborazione con Angela Cimini dell’Università Sapienza sottolinea l’importanza della ricerca scientifica nell’affrontare questa problematica crescente nella Capitale italiana.

La campagna “Che caldo che fa“, parte integrante degli sforzi contro la cooling poverty , mira ad aumentare la consapevolezza riguardo agli effetti devastanti delle ondate di calore sulle comunità locali ed è stata avviata proprio dalla Capitale per affrontare questa emergenza climatica sempre più pressante.