Tre accusati di omicidio e rapina: il caso del corriere argentino ucciso in Toscana

Tre uomini, un albanese e due turchi, sono stati rinviati a giudizio per l’omicidio di Nicolas Matia Del Rio, corriere argentino scomparso nel maggio 2024. Processo previsto per il 9 luglio.
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Un giovane albanese e due turchi sono stati rinviati a giudizio per l’omicidio di Nicolas Matia Del Rio, un corriere argentino scomparso nel maggio 2024. I tre imputati rischiano l’ergastolo per una serie di reati gravi, tra cui omicidio volontario aggravato e sequestro di persona. Il processo avrà inizio il 9 luglio presso la corte d’assise di Grosseto.

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I reati contestati agli imputati

Le accuse nei confronti dei tre uomini sono particolarmente gravi. Oltre all’omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dalla crudeltà, gli imputati devono rispondere anche di sequestro di persona, danneggiamento, incendio doloso, rapina e occultamento di cadavere. Questi crimini non consentono l’accesso al rito abbreviato che avrebbe potuto ridurre la pena. Gli avvocati difensori avevano tentato questa strada senza successo.

La difesa sostiene che la morte del corriere sia stata accidentale, sostenendo che non fosse intenzione degli accusati uccidere Del Rio durante il rapimento finalizzato alla rapina. Tuttavia, le circostanze dell’evento raccontano una storia ben più complessa e inquietante.

La scomparsa del corriere argentino

Nicolas Matia Del Rio lavorava come corriere per una ditta specializzata in pelletteria ad Abbadia San Salvatore quando è scomparso nel maggio 2024. Durante un normale giro di consegne con il suo furgone, Del Rio ha fatto perdere le sue tracce proprio all’inizio della sua giornata lavorativa. Il veicolo è stato ritrovato poco dopo nelle campagne vicino Roccalbegna; era stato dato alle fiamme ed era privo del carico prezioso composto da borse griffate dal valore stimato intorno ai cinquecento mila euro.

Le ricerche si sono intensificate rapidamente, coinvolgendo forze dell’ordine locali e familiari disperatamente in cerca della verità su quanto accaduto al giovane padre originario dell’Argentina. Le indagini iniziali hanno portato a numerosi appelli pubblici da parte della famiglia mentre gli investigatori cercavano indizi sul possibile coinvolgimento nella sparizione.

L’arresto degli accusati

Il caso ha preso una svolta decisiva il 15 giugno dello stesso anno quando Klodian Gioni è stato arrestato all’aeroporto Ciampino mentre tentava di fuggire verso l’Albania con un volo commerciale. A seguito delle sue dichiarazioni sono stati arrestati anche Ozgur Bozgurt ed Emre Kaia nei giorni successivi; tutti facevano parte dello stesso gruppo criminale dedito a colpi audaci ma violenti.

Gioni aveva attirato Del Rio con uno stratagemma: fingendo che il suo furgone fosse guasto ha chiesto aiuto al corriere per ricevere un passaggio fino a Casteldelpiano dove lo attendeva la banda pronta ad agire contro la vittima prescelta.

La scoperta del cadavere

Dopo diversi giorni trascorsi nella villetta appartenente al padre di Gioni ad Arcidosso, Nicolas Matia Del Rio è stato strangolato con un filo elettrico prima di essere soffocato con un sacchetto trovato successivamente attorno al suo volto; infine fu gettato in un pozzo nelle vicinanze della villa stessa. La macabra scoperta del corpo avvenne solo pochi giorni dopo gli arresti dei tre uomini già detenuti nel carcere locale.

Durante i momenti precedenti alla cattura dei sospetti, Klodian Gioni si era prestato a interviste televisive fingendosi estraneo alla vicenda; tale comportamento ha suscitato incredulità tra coloro che seguivano le notizie sul caso già ampiamente diffuso anche oltre i confini regionali dell’Amiata.

Questo tragico evento continua a suscitare emozione profonda nelle comunità locali mentre ci si prepara ora ad affrontare le conseguenze legali delle azioni compiute dai tre accusati davanti alla giustizia italiana.

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