Un recente studio pubblicato su Nature Communications, Earth & Environment, ha rivelato che un meteorite di mezzo etto recuperato in Marocco potrebbe cambiare la nostra comprensione della formazione dei pianeti nel Sistema Solare. Le analisi chimiche delle polveri contenute nel meteorite suggeriscono che i protopianeti interni ed esterni si siano formati nello stesso periodo, contrariamente a quanto si pensava fino ad oggi. Questa scoperta offre nuove prospettive sulla storia del nostro sistema planetario.
Protopianeti: definizione e importanza nella ricerca astronomica
I protopianeti sono corpi celesti di piccole dimensioni che si sono formati durante le prime fasi della creazione del Sistema Solare. Secondo gli scienziati, questi oggetti si sarebbero aggregati da polveri e materiali rocciosi primordiali all’interno di un disco di accrescimento proveniente dalla nebulosa solare. Questo modello è attualmente il più accettato per spiegare l’origine non solo del Sole ma anche dei pianeti che orbitano attorno a esso.
La loro formazione avviene attraverso un processo noto come accrescimento, in cui le particelle solide collidono e si fondono insieme per creare corpi sempre più grandi. Successivamente, questi protopianeti subiscono una differenziazione degli elementi costitutivi: i materiali più pesanti tendono a migrare verso il centro formando un nucleo metallico, mentre quelli più leggeri rimangono nella parte esterna creando croste basaltiche e mantelli silicatici.
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Studiare i protopianeti è cruciale per comprendere l’evoluzione dei pianeti solari inclusa la Terra stessa. Infatti, conoscere quando e come questi processi hanno avuto luogo ci permette di ricostruire la storia geologica del nostro pianeta e degli altri corpi celesti vicini.
Il ritrovamento del meteorite Northwest Africa 12264
Il meteorite oggetto dello studio è stato denominato Northwest Africa 12264 ed è stato recuperato con il consenso dei proprietari locali in Marocco. Un team di scienziati guidato da Ben Rider-Stokes dell’Open University nel Regno Unito ha condotto analisi dettagliate delle polveri presenti nel campione. La composizione chimica ha rivelato un rapporto specifico tra cromo e ossigeno; questo parametro varia in modo prevedibile all’interno del Sistema Solare ed ha permesso ai ricercatori di determinare l’origine del meteorite.
Le analisi hanno dimostrato che Northwest Africa 12264 proviene da un protopianeta situato nella parte esterna del sistema solare. Fino ad ora era diffusa l’idea che i processi di accrescimento tra i vari gruppi di protopianeti avessero tempi diversi; quelli interni erano considerati formatisi circa 4,566 miliardi di anni fa mentre quelli esterni circa 4,563 miliardi fa a causa della presenza maggiore d’acqua nei loro nuclei.
Nuove evidenze mettono in discussione teorie consolidate
Le nuove evidenze emerse dallo studio sul meteorite marocchino sfidano questa visione consolidata della cronologia dell’accrescimento planetario. Secondo quanto riportano gli scienziati su New Scientist, lo scarto temporale precedentemente stabilito tra le formazioni interne ed esterne non sembra essere corretto: il campione analizzato presenta infatti un’età stimata intorno ai 4,564 miliardi d’anni.
Questa nuova datazione implica una sovrapposizione temporale significativa tra la formazione dei protopianeti interni ed esterni al sistema solare; ciò significa che entrambi potrebbero essersi sviluppati quasi simultaneamente piuttosto che con qualche milione d’anni d’intervallo come sostenuto fino ad ora dagli esperti nel campo dell’astronomia planetaria.
La scoperta rappresenta quindi una svolta importante nelle nostre conoscenze riguardo alla nascita dei pianeti e alla dinamica evolutiva dell’intero sistema solare; ulteriori studi saranno necessari per approfondire queste tematiche complesse ma affascinanti.