La Commissione europea ha inflitto sanzioni a due dei più grandi nomi della tecnologia americana, Apple e Meta, per violazioni del Digital Markets Act . Queste decisioni segnano un passo significativo nel rafforzamento delle normative sui mercati digitali in Europa. Le multe ammontano a 500 milioni di euro per Apple e 200 milioni di euro per Meta. La vicepresidente esecutiva della Commissione, Teresa Ribera, ha sottolineato l’importanza del rispetto delle leggi europee da parte di tutte le aziende operanti nel continente.
Le accuse contro Apple
Apple è stata accusata di non rispettare il Dma riguardo alla gestione dell’App Store. Secondo la Commissione europea, l’azienda non consente agli sviluppatori di app di informare i consumatori su offerte alternative disponibili al di fuori dell’ecosistema Apple. Questa restrizione impedisce ai clienti di accedere a opzioni potenzialmente più vantaggiose.
La normativa richiede che gli sviluppatori possano comunicare liberamente con i loro utenti riguardo alle offerte esterne all’App Store. Tuttavia, secondo Bruxelles, Apple non ha dimostrato che tali limitazioni siano giustificate o necessarie. Questo comportamento limita la concorrenza e riduce le opportunità per i consumatori di beneficiare delle migliori offerte sul mercato.
In risposta alle sanzioni ricevute, Apple ha dichiarato che la decisione della Commissione rappresenta un attacco ingiustificato alla sua attività commerciale e alle sue politiche sulla privacy degli utenti. L’azienda sostiene che tali misure potrebbero compromettere la sicurezza dei dati degli utenti e il valore dei suoi prodotti.
La situazione con Meta
Meta è stata multata principalmente per il suo modello “consenso o pagamento”, introdotto nel 2023 su Facebook e Instagram. Gli utenti sono stati messi nella posizione di dover scegliere tra consentire l’utilizzo dei propri dati personali per pubblicità mirate oppure pagare un abbonamento mensile per utilizzare i servizi senza pubblicità.
Questa pratica contrasta con quanto stabilito dal Dma, secondo cui le aziende devono ottenere il consenso esplicito degli utenti prima di combinare i loro dati personali tra diversi servizi offerti dalla stessa piattaforma. Inoltre, gli utenti che rifiutano il consenso dovrebbero avere accesso a una versione meno personalizzata ma equivalente del servizio.
Meta ha risposto affermando che queste misure danneggiano l’innovazione e mettono in difficoltà gli operatori americani rispetto ai concorrenti europei o cinesi. Joel Kaplan, chief global affairs officer dell’azienda, ha evidenziato come questa imposizione possa costringere Meta a rivedere completamente il proprio modello economico.
Reazioni alle sanzioni
Le reazioni da parte sia di Apple sia di Meta sono state immediate dopo l’annuncio delle multe da parte della Commissione europea. Entrambe le aziende hanno espresso preoccupazione riguardo al trattamento riservato agli operatori americani rispetto ad altri attori globali nel settore tecnologico.
Apple si è lamentata dicendo che questa azione rappresenta un esempio chiaro dell’approccio punitivo adottato dall’Ue nei confronti delle imprese statunitensi innovative mentre permette ad altre realtà internazionali una maggiore libertà d’azione sul mercato europeo senza affrontare simili restrizioni normative.
Meta ha aggiunto ulteriormente critiche al sistema normativo europeo sostenendo che tali regole potrebbero portare a una diminuzione della qualità dei servizi offerti agli utenti europei poiché obbligherebbero l’azienda a modifiche sostanziali nelle proprie operazioni commerciali quotidiane.
Il contesto normativo europeo
Le sanzioni contro Big Tech come quelle inflitte ad Apple e Meta erano previste nell’ambito dello sviluppo continuo del Digital Markets Act approvato nel 2022 dall’Ue come strumento fondamentale nella lotta contro pratiche monopolistiche nei mercati digitalizzati.
L’indagine su queste due aziende fa parte anche delle tensioni commerciali più ampie tra Europa e Stati Uniti relative alla regolamentazione tecnologica globale; Bruxelles sta mantenendo fermezza sulle proprie linee guida normative mentre esplora ulteriormente eventualità future riguardanti altre piattaforme social come X , anch’essa sotto osservazione da parte dell’autorità competente.
Nonostante alcune voci politiche suggeriscano possibili ripercussioni sulle relazioni commerciali transatlantiche legate ai recentissimi aumentati controllori sui colossi tech americani in Europa rimane chiaro: la priorità resta quella garantire trasparenza ed equità nelle pratiche aziendali all’interno del mercato unico europeo.
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