Mercati in movimento: Bitcoin e oro sotto la lente, tensioni USA-Cina in evoluzione

Bitcoin e oro mostrano segni di forza nonostante le fluttuazioni, con l’oro vicino ai massimi storici e il Bitcoin sostenuto dalla debolezza del dollaro, mentre le tensioni USA-Cina si attenuano.
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Il panorama finanziario globale è caratterizzato da un’attenzione crescente verso il Bitcoin e l’oro, due asset che stanno mostrando segni di forza nonostante le recenti fluttuazioni. Mentre l’oro si avvicina ai massimi storici, il Bitcoin continua a guadagnare terreno grazie alla debolezza del dollaro. Le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina rimangono un tema caldo, con possibili sviluppi nei negoziati sui dazi.

Oro sotto pressione ma vicino ai massimi storici

Nella giornata di ieri, l’oro ha raggiunto un picco intraday di 3.510 dollari l’oncia prima di chiudere a 3.419 dollari/oz. Oggi i mercati hanno visto una correzione con il metallo prezioso sceso del 2%, attestandosi a 3.349 dollari l’oncia. Questo ribasso è influenzato dalla diminuzione delle tensioni tra la Federal Reserve e il governo Trump riguardo alla politica monetaria.

Da inizio anno, l’oro ha registrato un incremento significativo del 27%, riflettendo una domanda costante come bene rifugio in tempi d’incertezza economica. Negli ultimi mesi, la crescita è stata particolarmente accentuata con un guadagno dell’10% solo nell’ultimo mese. Gli investitori continuano a considerare questo metallo prezioso come una protezione contro le fluttuazioni dei mercati azionari e le politiche monetarie aggressive.

Le dinamiche attuali suggeriscono che gli investitori stiano rimanendo cautii ma ottimisti riguardo all’andamento futuro dell’oro, specialmente considerando i fattori geopolitici che potrebbero influenzare ulteriormente i prezzi nel breve termine.

Bitcoin supera i 90 mila dollari: rally sostenuto dalla debolezza del dollaro

Il Bitcoin sta vivendo una fase positiva sul mercato delle criptovalute, superando oggi quota 93 mila dollari con un incremento del 5,5%. Questa crescita si inserisce all’interno di un trend rialzista più ampio che ha visto la criptovaluta aumentare dell’11% nell’ultimo mese nonostante sia ancora al di sotto dei picchi toccati alla fine del 2024.

La persistente debolezza del dollaro sta alimentando questa corsa al rialzo per il Bitcoin; molti investitori lo vedono come una valida alternativa alle valute tradizionali in periodi d’incertezza economica. Un analista della società Bitwise ha commentato che coloro che inizialmente consideravano il Bitcoin come asset rischioso stanno ora accumulando questa criptovaluta per proteggersi dall’instabilità macroeconomica.

Questa tendenza evidenzia anche come gli asset alternativi stiano guadagnando popolarità tra gli investitori preoccupati per le politiche monetarie della Fed e per le performance delle azioni statunitensi rispetto ai beni reali.

Tensioni USA-Cina: segnali di distensione?

Recentemente Donald Trump ha mostrato segnali di distensione nei confronti della Federal Reserve dopo aver criticato Jerome Powell sulla sua gestione della politica monetaria americana. Il presidente degli Stati Uniti ha dichiarato chiaramente che non intende licenziarlo prima della scadenza naturale del suo mandato; questo cambio di tono potrebbe contribuire a stabilizzare i mercati finanziari dopo settimane caratterizzate da volatilità causata dalle sue dichiarazioni precedenti.

Nel frattempo Scott Bessent, Segretario al Tesoro degli Stati Uniti, durante un incontro privato organizzato da J.P Morgan ha espresso ottimismo riguardo ad una possibile riduzione delle tensioni sui dazi commerciali con la Cina definendola “insostenibile”. Ha anticipato anche potenziali accordi imminenti sebbene non siano stati avviati negoziati ufficialmente fino ad ora.

Trump stesso sembra aver adottato una posizione più conciliante nei confronti della Cina annunciando tariffe “sostanzialmente” inferiori rispetto agli attuali livelli record fissati al 145%. La sua affermazione “non giocherò duro con la Cina” indica uno spostamento nella strategia commerciale americana verso relazioni più collaborative piuttosto che conflittuali.

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