Proseguono le trattative per la pace tra Repubblica Democratica del Congo e Ruanda, ma la società civile si oppone

Le negoziazioni di pace tra Repubblica Democratica del Congo e Ruanda sono in stallo, con preoccupazioni per la sovranità territoriale e le risorse minerarie, mentre la società civile chiede giustizia e trasparenza.
Proseguono le trattative per la pace tra Repubblica Democratica del Congo e Ruanda, ma la società civile si oppone - Socialmedialife.it

Le negoziazioni per un accordo di pace tra la Repubblica Democratica del Congo e il Ruanda continuano a essere avvolte nell’incertezza. Nonostante i recenti sviluppi, come la firma di una dichiarazione di principi a Washington, le due nazioni non hanno ancora presentato un documento preliminare che delinei i termini dell’accordo. Le questioni centrali riguardano sovranità territoriale, lotta contro i gruppi armati e gestione delle risorse minerarie.

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Stallo nelle negoziazioni

Il 2 maggio era prevista la trasmissione da parte di Kinshasa e Kigali degli elementi da inserire in un documento preliminare. Tuttavia, fino ad oggi non è stata presentata alcuna bozza ufficiale. Le parti coinvolte stanno lavorando su un pacchetto che include non solo i termini della pace ma anche due accordi economici bilaterali con gli Stati Uniti. Questi ultimi prevedono investimenti significativi da parte delle aziende statunitensi nel settore minerario congolese e lo sviluppo della capacità del Ruanda nella raffinazione dei minerali estratti dalla Rdc.

Il contesto è complesso: il Ruanda ha storicamente sostenuto milizie come l’Afc/M23 che operano nell’est della Rdc. Questo gruppo ha guadagnato potere nella regione, complicando ulteriormente il panorama politico locale. L’accordo proposto potrebbe permettere al Ruanda di svolgere un ruolo chiave nel trattamento dei minerali congolesi prima della loro esportazione verso gli Stati Uniti.

La reazione della società civile

La società civile congolese ha espresso forte opposizione all’idea che l’accordo possa comportare una svendita delle risorse naturali del paese. In lettere aperte indirizzate a vari attori internazionali, attivisti e professionisti hanno sottolineato l’importanza di non dimenticare le atrocità commesse durante decenni di conflitto interno ed esterno.

Tra coloro che si sono fatti sentire c’è Denis Mukwege, premio Nobel per la Pace, insieme a giuristi e medici locali. Essi hanno evidenziato come dieci milioni di congolesi vivano in uno stato costante d’insicurezza sotto l’influenza dell’esercito ruandese e delle milizie alleate. Gli attivisti chiedono al presidente Félix Tshisekedi di evitare qualsiasi intesa che possa compromettere le ricchezze naturali del paese senza consultare adeguatamente il Parlamento o altri rappresentanti della società civile.

Richiamo alla giustizia internazionale

L’Ufficio di coordinamento della società civile del Sud Kivu ha richiesto verità e giustizia in relazione agli abusi perpetrati durante il conflitto armato nella regione orientale della Rdc. Con l’avanzata dell’Afc/M23 su Bukavu ed altre aree strategiche sotto lo sguardo impotente delle autorità congolesi, gli omicidi e altri crimini restano impuniti.

Gli attivisti chiedono intervento internazionale attraverso investigatori provenienti da paesi terzi per collaborare con loro nella raccolta prove sui crimini commessi nel territorio congolese; inoltre propongono l’istituzione presso i tribunali locali di camere miste specializzate per affrontare questi temi delicati.

Appello alle autorità statunitensi

Un gruppo crescente di organizzazioni non governative dell’Est della Rdc ha anche scritto direttamente all’ex presidente Donald Trump esprimendo preoccupazioni riguardo agli accordi sui minerali stipulati senza una reale partecipazione popolare o rappresentativa dal basso verso l’alto attraverso Parlamento o associazioni civili.

Nel frattempo continuano le trattative diplomatiche anche in Qatar tra Kinshasa ed M23 oltreché fra Kinshasa ed Kigali; questo scenario solleva interrogativi sulla reale efficacia delle soluzioni africane ai problemi africani quando si tratta degli interessi economici globalizzati coinvolti nel processo decisionale locale.

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