Al Riviera International Film Festival di Sestri Levante, si è acceso un acceso dibattito attorno a “Ultimo tango a Parigi“, film controverso di Bernardo Bertolucci. Durante la presentazione del film “La luna” con Valentina Ricciardelli, presidente della Fondazione Bernardo Bertolucci, è emersa la questione della versione integrale del capolavoro. Il festival ha offerto l’occasione per esplorare non solo il film stesso ma anche le sue ripercussioni nel contesto contemporaneo.
La proiezione di ultimo tango e le domande del pubblico
Durante l’evento, un partecipante ha chiesto se “Ultimo tango a Parigi” fosse presentato in versione integrale. La risposta affermativa ha suscitato curiosità tra gli spettatori presenti. Questo film, considerato un classico della cinematografia mondiale, continua ad essere oggetto di discussione per la sua rappresentazione audace delle relazioni umane e dei temi sessuali. Nonostante il passare degli anni e i cambiamenti nelle sensibilità sociali, “Ultimo tango rimane al centro dell’attenzione per la sua capacità di provocare reazioni forti.”
Valeria Golino, presente al festival come ospite d’onore e amica di lunga data di Bertolucci, ha condiviso i suoi pensieri sul ruolo iconico interpretato da Maria Schneider nel film. Golino ha espresso rammarico per non aver avuto l’opportunità di lavorare con Bertolucci ma ha riconosciuto il valore artistico dell’opera in questione.
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Masterclass con Matt Dillon: riflessioni su censura ed exploitation
Un altro momento significativo del festival è stata una masterclass tenuta dall’attore Matt Dillon. Protagonista in un recente film che esplora le dinamiche dietro le quinte de “Ultimo tango“, Dillon si è trovato ad affrontare domande legittime riguardo alla controversia che circonda il set del celebre lungometraggio.
Dillon si è dichiarato appassionato dell’opera di Bertolucci e contrario alla censura; tuttavia, ha anche sottolineato l’importanza della responsabilità nella narrazione delle storie legate all’industria cinematografica. Ha menzionato Maria Schneider come una figura centrale nella discussione sul benessere degli attori durante le riprese e sull’impatto emotivo che tali esperienze possono avere sulle loro vite personali.
Il suo intervento ha stimolato una riflessione più ampia su come i racconti cinematografici possano influenzare la percezione pubblica dei temi delicati come quelli trattati in “Ultimo tango“. L’incontro si è concluso con una serie di osservazioni sui limiti creativi imposti dalla società contemporanea rispetto alla libertà artistica.
Riflessioni critiche sul messaggio del film
Una delle analisi più incisive emerse durante il festival proviene da un membro del pubblico che aveva visto “Ultimo tango” all’uscita originale nel 1972. Questa persona ha condiviso come il messaggio centrale del film – ovvero che dopo una perdita o un dolore ci si possa liberare attraverso esperienze sessuali – fosse stato considerato scandaloso ai tempi ed ancora oggi susciti reazioni contrastanti.
Questa testimonianza mette in luce quanto sia complesso affrontare tematiche delicate attraverso l’arte senza cadere nei dogmi o nelle semplificazioni superficiali. L’intervento sottolinea anche quanto sia importante mantenere viva la discussione su opere storiche senza lasciarsi sopraffarre da pregiudizi o visioni parziali.
Le polemiche recenti sulla comunicazione mediatica
Infine, mentre ci si avvicinava alla conclusione dell’evento culturale, è emerso un episodio significativo riguardante la comunicazione mediatica attuale: un articolo apparso su un noto quotidiano riportava erroneamente dichiarazioni attribuite a Matt Dillon riguardo presunti episodi violenti sul set de “Ultimo tango”. Questo errore evidenzia non solo l’importanza della precisione giornalistica ma anche come certe affermazioni possano influenzare negativamente la reputazione degli artisti coinvolti nella produzione cinematografica storicamente significativa.
Il caso dimostra chiaramente quanto sia cruciale mantenere uno spazio aperto al dialogo critico sulle opere artistiche senza cedere alle pressioni esterne o alle interpretazioni distorte dei fatti accaduti nel passato.