“Maschi veri”, disponibile su Netflix dal 21 maggio, è una serie che affronta il tema della mascolinità in un contesto sociale in evoluzione. Prodotta da Matteo Rovere per Groenlandia e scritta da Furio Andreotti, Giulia Calenda e Ugo Ripamonti, la serie si compone di otto episodi che mettono in discussione non solo i personaggi ma anche le percezioni degli spettatori.
I protagonisti e il loro viaggio interiore
La trama ruota attorno a quattro amici sulla quarantina: Mattia, Massimo, Riccardo e Luigi. Questi uomini si trovano a dover confrontarsi con le proprie convinzioni mentre la società evolve verso una maggiore parità di genere. Legati al loro status di “maschi alfa”, i protagonisti devono riscoprire il proprio ruolo nelle dinamiche sociali e relazionali senza perdere la propria identità.
Le situazioni comiche emergono quando questi uomini tentano di navigare tra le aspettative tradizionali legate alla mascolinità e le nuove norme sociali che promuovono l’uguaglianza. Ogni episodio offre uno spaccato delle sfide quotidiane che affrontano nel tentativo di adattarsi ai cambiamenti intorno a loro. Questo percorso li costringe ad interrogarsi sui propri pregiudizi e sulle conseguenze delle loro azioni.
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La rappresentazione dei personaggi è complessa: ognuno porta con sé esperienze diverse che influenzano il modo in cui interagiscono con gli altri. La narrazione invita gli spettatori a riflettere su come la società definisca l’essere uomo oggi, rendendo evidente quanto sia difficile trovare un equilibrio tra tradizione e modernità.
Il valore della commedia nella narrazione
Il regista Matteo Oleotto sottolinea l’importanza della commedia nel racconto delle tematiche trattate nella serie. Secondo lui, utilizzare l’umorismo permette di affrontare argomenti seri senza risultare pesanti o didascalici. Attraverso situazioni divertenti ma significative, lo spettatore viene spinto a riflettere sulle proprie convinzioni riguardo alla mascolinità.
Oleotto evidenzia come ogni episodio possa suscitare domande nei telespettatori piuttosto che fornire risposte definitive. Questo approccio stimola una discussione più profonda sui ruoli sociali imposti agli uomini e alle donne nella società contemporanea.
Letizia Lamartire aggiunge un ulteriore livello al discorso sulla rappresentazione dei generi: pur essendo coinvolta in progetti precedenti focalizzati sul femminile come “La legge di Lidia Poet“, ha trovato interessante esplorare ora gli effetti del cambiamento sociale sugli uomini attraverso questa nuova prospettiva narrativa.
Riflessioni sui modelli maschili
I protagonisti stessi offrono visioni diverse su cosa significhi essere “maschi veri”. Francesco Montanari descrive il suo personaggio come qualcuno che cerca di mantenere una facciata mentre nasconde aspetti meno nobili del proprio comportamento relazionale. Pietro Sermonti evidenzia invece come alcuni uomini possano dimenticare elementi fondamentali dell’amore autentico pur cercando di soddisfare aspettative moderne.
Maurizio Lastrico mette in luce il fenomeno del maschilismo tossico presente anche tra coloro che si considerano consapevoli; questo aspetto diventa oggetto di satira all’interno della trama stessa. Infine, Matteo Martari parla dell’identità costruita dagli sguardi esterni piuttosto che dall’autodeterminazione personale dei suoi personaggi.
In sintesi, “Maschi veri” non solo intrattiene ma invita anche alla riflessione critica sulla condizione attuale degli uomini nella società moderna attraverso una lente comica ma incisiva.