NASA riattiva i propulsori della Voyager 1, inattivi dal 2004, per garantire la continuità della missione

La NASA riattiva i propulsori della Voyager 1, inattivi dal 2004, per garantire il funzionamento della sonda nello spazio interstellare e affrontare potenziali malfunzionamenti futuri.
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Gli ingegneri del Jet Propulsion Laboratory della NASA hanno recentemente riattivato un set di propulsori a bordo della sonda spaziale Voyager 1. Questi propulsori erano stati considerati inutilizzabili dal 2004. La decisione di ripristinarli è stata presa per affrontare l’accumulo di residui nei tubi del carburante che potrebbe compromettere il funzionamento dei sistemi già a partire da questo autunno. Inoltre, il team ha dovuto agire rapidamente poiché l’antenna terrestre che comunica con la Voyager 1 e la sua gemella Voyager 2 sarà offline per aggiornamenti a partire dal prossimo maggio.

I dettagli dell’intervento sui propulsori

Il lavoro degli ingegneri ha comportato rischi significativi, ma è stato ritenuto necessario per garantire una riserva operativa in caso di malfunzionamenti futuri. La sonda Voyager 1 si trova attualmente nello spazio interstellare e viaggia a una velocità di circa 56.000 km/h. Entrambe le sonde Voyager sono dotate di un sistema complesso composto da diversi gruppi di propulsori: i primari e quelli secondari dedicati al controllo del rollio.

I propulsori primari sono fondamentali per mantenere l’orientamento delle antenne verso la Terra, permettendo così alla sonda di inviare e ricevere comandi dalla base operativa sulla Terra. I sistemi secondari controllano il rollio della navicella, consentendo all’antenna principale di ruotare come un disco in vinile verso una stella guida utilizzata come riferimento per l’orientamento.

La missione delle sonde Voyager è stata storicamente significativa; esse hanno fornito dati preziosi sull’esplorazione dei pianeti esterni del sistema solare e ora continuano a inviare informazioni dallo spazio interstellare.

La posizione attuale delle sonde

Attualmente, la Voyager 1 si trova a circa 25 miliardi di chilometri dalla Terra mentre la sua gemella, la Voyager 2, è posizionata intorno ai 21 miliardi di chilometri dalla nostra pianeta. Queste distanze straordinarie pongono le sonde in una regione dello spazio oltre i confini dell’eliosfera — quella bolla protettiva generata dalle particelle solari — rendendole le uniche navicelle spaziali ad aver mai inviato dati dall’esterno del nostro sistema solare.

Le informazioni raccolte dalle due sonde continuano ad essere cruciali non solo per comprendere meglio il nostro sistema solare ma anche per esplorazioni future oltre i confini conosciuti fino ad oggi.

L’attività degli ingegneri presso il JPL rappresenta quindi non solo un intervento tecnico ma anche un passo fondamentale nel prolungamento dell’importante missione scientifica delle Voyagers nel tempo e nello spazio.