Un’operazione di polizia ha portato alla condanna di cinque individui a Brindisi, coinvolti in un traffico illecito di sostanze stupefacenti e nell’uso fraudolento delle criptovalute. I fatti risalgono al periodo compreso tra marzo 2021 e marzo 2022, con l’indagine che ha rivelato un sistema complesso che utilizzava Poste Italiane per la spedizione della droga. Le condanne sono state emesse dal gup del tribunale locale, Nicola Lariccia, il 15 maggio 2025.
Dettagli sulle condanne
Il gup ha accolto tre richieste di patteggiamento da parte degli imputati. Alessio Sorino, un ventottenne originario di Mola di Bari, è stato condannato a tre anni e otto mesi di reclusione. Carmelo Poci, quarantaduenne residente a Mesagne, ha ricevuto una pena più leggera: sei mesi con multa sospesa da 1.200 euro. Anche Giuseppe De Chirico è stato incluso nelle sentenze emesse.
Per quanto riguarda gli altri imputati che hanno scelto il rito abbreviato – che prevede uno sconto della pena – Marilena Tapperi , originaria di Cisternino ma residente a Latiano, è stata condannata a cinque anni e quattro mesi; Pasquale Del Nero ha ricevuto otto mesi; Gabriel De Caro nove mesi; Vito Defilippis , sei mesi con pena sospesa; infine Leandro Lestingi dovrà scontare un anno.
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Teodoro Cellino , anch’egli coinvolto nella vicenda ma non ancora giudicato definitivamente, avrà la sua prima udienza fissata per il 19 dicembre 2025.
Il fulcro dell’indagine
L’indagine coordinata dal sostituto procuratore Francesco Carluccio si è concentrata principalmente sulla provincia brindisina. Gli investigatori hanno identificato Latiano come centro nevralgico delle operazioni illecite legate al traffico di droga e all’utilizzo delle criptovalute per i pagamenti. Marilena Tapperi era particolarmente sotto osservazione poiché aveva intrapreso una relazione sentimentale con Alessio Sorino.
Durante gli interrogatori effettuati dai carabinieri della compagnia San Vito dei Normanni sono emerse informazioni cruciali riguardo all’utilizzo della PostePay da parte dei due indagati per le transazioni finanziarie legate allo spaccio. Le modalità operative prevedevano l’uso diffuso delle applicazioni Telegram e WhatsApp per concordare le cessioni degli stupefacenti.
Le indagini hanno rivelato ben 226 transazioni monetarie corrispondenti a quasi 70 mila dollari in bitcoin utilizzati come pagamento per la droga venduta nel periodo esaminato.
Uso fraudolento delle criptovalute
Un aspetto significativo dell’inchiesta riguarda l’impiego delle criptovalute nel traffico illecito: oltre alle già citate transazioni in bitcoin effettuate tramite carte prepagate PostePay Evolution, gli indagati avrebbero anche realizzato acquisti attraverso bonifici su conti collegati ai loro profili virtuali.
In particolare si segnala un caso specifico dove sono state registrate ben 163 transazioni monetarie ammontanti a circa 67 mila dollari versati in bitcoin ad alcuni fornitori non identificabili dagli investigatori. La procura sta valutando ulteriormente queste dinamiche economiche complesse collegate al mercato nero della droga nella regione pugliese.
La difesa dell’imputata Marilena Tapperi ha già annunciato l’intenzione di presentare ricorso contro la sentenza emessa dal gup Lariccia. Gli imputati erano assistiti da diversi avvocati esperti nel settore penale durante tutto lo svolgimento del processo ed ora si attende lo sviluppo futuro del caso con le prossime udienze programmate nei prossimi mesi.