Myanmar: nuove scosse sismiche aggravano la crisi umanitaria dopo il terremoto di marzo

Il Myanmar affronta una crisi umanitaria acuita da recenti scosse sismiche, un devastante terremoto e una guerra civile in corso, con gravi carenze alimentari e necessità di aiuti internazionali.
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Il Myanmar continua a vivere un periodo di grande sofferenza, segnato da una serie di scosse sismiche che si sono verificate recentemente. Questo avviene in un contesto già critico, dopo il devastante terremoto del 28 marzo scorso, che ha causato la morte di quasi 3.800 persone e ferito altre 5.000. Da quattro anni, il Paese è immerso in una guerra civile a seguito del colpo di stato militare avvenuto nel febbraio 2021.

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Scosse sismiche recenti e loro impatto

L’ultimo sciame sismico ha avuto luogo lunedì scorso e secondo l’Unità di monitoraggio dei terremoti del Dipartimento meteorologico thailandese, la scossa più forte ha raggiunto una magnitudo di 4,8 a una profondità di 10 chilometri. Queste nuove scosse hanno ulteriormente complicato la situazione per le popolazioni già provate dal recente terremoto e dalla guerra civile.

Le famiglie sfollate continuano a vivere in condizioni precarie, spesso sotto tetti improvvisati o rifugi temporanei. La paura è palpabile tra coloro che hanno perso i propri cari o sono stati costretti ad abbandonare le proprie case per cercare sicurezza altrove. La comunità internazionale sta seguendo con attenzione gli sviluppi della situazione nel Paese asiatico.

Messaggi dalla leadership religiosa

In occasione della Pasqua, l’arcivescovo di Mandalay, monsignor Marco Tin Win, ha espresso solidarietà alle famiglie colpite dalle recenti calamità naturali e dai conflitti armati. In un messaggio toccante rivolto ai fedeli ha affermato: «La vostra sofferenza è vista da Dio». Ha descritto come la Quaresima sia diventata un’esperienza dolorosa per molti nel Myanmar a causa delle difficoltà quotidiane causate dalla guerra civile e ora anche dai disastri naturali.

Monsignor Tin Win ha evidenziato come molte famiglie siano distrutte e l’istruzione dei bambini sia interrotta dall’instabilità persistente nella regione. Il suo messaggio riflette non solo il dolore personale ma anche quello collettivo della popolazione birmana che affronta sfide immense ogni giorno.

Assistenza internazionale in arrivo

Dopo il devastante terremoto dello scorso marzo, i militari al potere hanno richiesto assistenza internazionale principalmente da Russia e Cina; tuttavia aiuti significativi sono giunti anche dai vicini sud-est asiatici come Thailandia, Indonesia e Filippine. Nonostante questi interventi esterni volti ad alleviare le sofferenze immediate della popolazione colpita dal sisma, le difficoltà logistiche legate alla distribuzione degli aiuti rimangono significative.

La guerra civile continua a ostacolare gli sforzi umanitari; infatti solo pochi giorni fa si è registrato un raid dell’esercito che ha ucciso almeno 22 persone tra cui molti bambini all’interno di una scuola nella municipalità di Depayin nella regione Sagaing.

Una crisi umanitaria crescente

Attualmente il Paese affronta gravi carenze alimentari ed esigenze fondamentali come acqua potabile, cibo essenziale ed equipaggiamento medico adeguato. Le organizzazioni internazionali stanno cercando soluzioni per far fronte alla povertà dilagante ma l’instabilità politica rende difficile qualsiasi intervento efficace sul campo.

Il mese scorso l’Unione Europea insieme ad altri attori globali aveva stanziato fondi per sostenere gli aiuti umanitari; tuttavia le complessità logistiche dovute al conflitto armato rendono ardua la distribuzione degli stessi agli aventi diritto nelle aree più colpite dal sisma e dagli effetti collaterali della guerra civile in corso nel Paese.

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