Firenze ospita il concerto dei King’s Singers per il Giubileo 2025 nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore

Il concerto dei King’s Singers alla Cattedrale di Santa Maria del Fiore, parte della rassegna “O flos colende”, celebra il Giubileo con un viaggio musicale tra tradizioni europee e latinoamericane.
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Il 22 maggio 2025, la Cattedrale di Santa Maria del Fiore a Firenze ha accolto la XXVIII edizione della rassegna “O flos colende“, con un concerto dei King’s Singers. Questo evento musicale si è inserito nel contesto del GiubileoPellegrini di speranza”, offrendo un viaggio sonoro che ha esplorato le tradizioni musicali dal Nuovo Mondo e non solo. Il gruppo vocale britannico ha incantato il pubblico con una selezione di brani che riflettono l’incontro tra culture diverse, creando un’atmosfera unica in uno dei luoghi più iconici d’Italia.

Un percorso musicale attraverso la cattedrale

L’evento è iniziato con i partecipanti che hanno attraversato la cattedrale, passando sotto la famosa cupola progettata da Brunelleschi e ammirando l’affresco del Giudizio Universale. Questo ingresso solenne ha preparato gli ascoltatori a vivere l’esperienza come veri pellegrini, giungendo infine allo spazio dedicato al concerto. I King’s Singers hanno aperto le danze intonando “Hanaqpachap cussicuinin“, un canto tradizionale Quechua proveniente dal Perù, dando così avvio a una serata caratterizzata da sonorità ricche e suggestive.

Il direttore artistico Gabriele Giacomelli ha descritto questa edizione come parte di un ciclo di riflessioni bibliche che combina letture testuali con esecuzioni musicali tematicamente correlate. Oltre ai concerti, sono stati organizzati incontri focalizzati sui temi del pellegrinaggio e della speranza in relazione al Giubileo indetto da Papa Francesco nel 2025.

Un repertorio variegato tra Europa e America Latina

Durante il concerto, i King’s Singers hanno presentato una selezione accurata di brani musicali provenienti sia dall’Europa sia dall’America Latina. La scelta delle composizioni non si è limitata solo agli autori ma si è concentrata sul messaggio trasmesso dalle opere stesse. Tra i pezzi eseguiti vi erano opere storiche come “Versa est in luctum” di Sebastián De Vivanco e “O quam gloriosum” di Tomás Luis De Victoria accostate a lavori contemporanei come “Travel Song” della compositrice Gabriela Lena Frank.

Particolarmente interessante è stata l’esecuzione de “Pica-Pau” di Heitor Villa-Lobos, dove il ritmo vivace imitava chiaramente il verso dell’uccello picchio. Anche “Libera me” del compositore Vicente Lusitano ha suscitato attenzione per le sue dissonanze evocative delle incertezze vissute dai viaggiatori verso le Americhe.

Un altro punto saliente è stato rappresentato dalla musica di Juan Gutiérrez De Padilla, originario della Spagna ma attivo in Messico nel Seicento; due delle sue opere sono state incluse nel programma per illustrare il tipo repertorio eseguito nelle cattedrali dell’epoca.

L’interpretazione magistrale dei King’s Singers

La performance dei King’s Singers si distingue per la loro versatilità interpretativa e abilità tecnica consolidatasi fin dagli anni Sessanta. Ogni membro del gruppo porta una voce unica: Patrick Dunachie ed Edward Robert Button offrono controtenori luminosi; Julian Gregory presenta un tenore cristallino; mentre Christopher Bruerton e Nicholas Ashby arricchiscono con baritoni caldi e profondi; infine Piers Connor Kennedy completa l’ensemble con un basso rotondo.

Durante lo spettacolo non sono mancati momenti dedicati alla celebrazione della città stessa: i cantanti hanno omaggiato Firenze attraverso una vivace esecuzione dell’Allegro vivo dall’Ouverture de Il Barbiere di Siviglia, dimostrando così non solo competenza tecnica ma anche affetto nei confronti della cultura locale.

Il successo dell’evento va oltre la mera performance musicale: esso rappresenta anche un incontro umano carico d’emozioni condivise tra artisti e pubblico presente nella storica cornice fiorentina.