Tavola rotonda vaticana: esperti discutono su debito, clima e sviluppo per un futuro migliore

Un incontro online tra economisti e rappresentanti della società civile ha discusso il debito globale, le disuguaglianze Nord-Sud e la sostenibilità, proponendo azioni concrete per affrontare queste sfide.
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Un incontro online ha riunito economisti, rappresentanti della società civile e funzionari vaticani per affrontare le problematiche legate al debito globale, alle disuguaglianze tra Nord e Sud del mondo e alla sostenibilità ambientale. L’evento “Pellegrini di speranza: un’ispirazione giubilare per agire su debito, clima e sviluppo” è stato organizzato da Caritas Internationalis in collaborazione con il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale. Durante la tavola rotonda sono emerse proposte concrete volte a superare le crisi attuali attraverso azioni dirette.

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L’importanza di passare dalle parole ai fatti

Il cardinale Jaime Spengler ha aperto l’incontro citando Aristotele: “La speranza è il sogno di chi è sveglio”. Questo concetto sottolinea l’urgenza di agire contro le ingiustizie che affliggono i Paesi più poveri. Spengler ha evidenziato come il debito sia uno dei problemi strutturali che alimentano la povertà globale. Ha fatto riferimento all’esperienza del Consiglio episcopale latinoamericano , che si confronta quotidianamente con questioni come corruzione e traffico di droga.

In particolare, Spengler ha menzionato Haiti come esempio emblematico delle sfide attuali. La Chiesa deve essere portatrice di speranza in contesti difficili, soprattutto durante questo Giubileo. Il cardinale ha esortato a siglare accordi tra nazioni per affrontare la crisi del debito attraverso condoni mirati. Ha anche sottolineato l’importanza della prossima Cop30 in Brasile come opportunità cruciale per promuovere cambiamenti significativi.

Disuguaglianze globali: una realtà da affrontare

Suor Alessandra Smerilli ha posto l’accento sulle disuguaglianze tra Nord e Sud del mondo durante il suo intervento alla tavola rotonda. Ha parlato dell’impatto devastante della “trappola del debito insostenibile” sui Paesi in via di sviluppo, dove gran parte delle risorse viene destinata al rimborso dei crediti anziché ai servizi essenziali come sanità ed educazione.

Smerilli ha anche evidenziato la questione del debito ecologico, che non si limita solo alle emissioni ma include pratiche estrattive dannose nei Paesi poveri. Secondo lei, questa situazione deriva da un sistema globale ingiusto che sottrae risorse dal Sud per concentrarle nel Nord. Riconoscere tale realtà potrebbe aprire nuove prospettive verso una responsabilità collettiva necessaria al cambiamento.

Riforme economiche necessarie

L’arcivescovo Gabriele Caccia ha descritto la crisi del debito come un fallimento sistemico dell’economia globale contemporanea. Ha fornito dati preoccupanti sul numero crescente di nazioni a rischio “debt distress”, sottolineando quanto queste statistiche rappresentino vite umane reali piuttosto che semplicemente numeri astratti.

Caccia ha richiamato l’attenzione sulla duplice natura della crisi attuale: quella finanziaria ed ecologica interconnesse fra loro secondo quanto espresso nella Laudato si’ da Papa Francesco dieci anni fa. Questa enciclica riconosceva già allora le ingiustizie climatiche subite dai Paesi meno responsabili dell’emergenza climatica stessa.

Proposte concrete dal Vaticano

Durante l’incontro sono state presentate diverse iniziative volte ad affrontare queste problematiche complesse; Alistair Dutton, segretario generale di Caritas Internationalis, ha parlato della campagna “Trasformare il debito in speranza”. Questa iniziativa mira a sensibilizzare sull’assurdità delle spese governative destinate principalmente al pagamento dei creditori piuttosto che ai servizi fondamentali necessari alla popolazione.

Martin Guzmán, ex ministro dell’Economia argentino, si è soffermato sui dati allarmanti riguardanti i Paesi a basso reddito; oggi oltre 50 nazioni spendono più del 10% delle loro entrate fiscali solo per pagamenti degli interessi sul debiti contratti precedentemente.

Le sfide specifiche dell’Africa

Lucy Esipila, segretaria esecutiva di Caritas Africa, ha condiviso esperienze dirette dalla sua recente visita allo Zimbabwe dove molti bambini sognano professioni ambiziose ma vivono condizioni tali da rendere questi sogni irraggiungibili a causa degli effetti devastanti generati dal debitorismo internazionale.

Esipila sostiene quindi la necessità urgente di interventi internazionali volti ad alleggerire i fardelli finanziari gravosi affinché questi Paesi possano finalmente svilupparsi autonomamente senza dipendere esclusivamente dalle importazioni alimentari o dall’aiuto esterno.

L’incontro online promosso dalla Santa Sede offre uno spaccato significativo sulle sfide globali e sulle potenzialità d’azione concreta; ora sta agli Stati membri prendere decisioni determinanti affinché gli impegni presidiati non restino solo sulla carta ma diventino azioni tangibili nel reale interesse delle popolazioni più vulnerabili nel mondo intero.