A Castel Gandolfo, sulle colline romane, si sviluppa un vigneto innovativo che rappresenta un connubio tra agricoltura e spiritualità. Le barbatelle resistenti, provenienti dal Friuli, crescono sotto il sole grazie a un progetto voluto da Papa Francesco. Sebbene il pontefice non abbia potuto assistere alla loro maturazione, il suo successore Leone XIV ha in programma l’inaugurazione ufficiale del vigneto nelle prossime settimane.
Un progetto ispirato all’enciclica “Laudato Sì”
Il vigneto è stato concepito come parte del Borgo Laudato Sì e si distingue per le pratiche agricole sostenibili che riducono l’impatto ambientale. Durante un convegno tenutosi a San Vito al Tagliamento nell’ambito del Ribolla Gialla Wine Festival, il professor Enrico Peterlunger dell’Università di Udine ha illustrato i dettagli di questo ambizioso progetto. La scelta delle varietà di uve è stata affidata proprio a lui e al collega Roberto Zironi, su incarico del cardinale Fabio Baggio.
L’iniziativa non solo mira alla produzione vinicola ma anche all’inclusione sociale: le cure per il vigneto sono affidate a persone vulnerabili e migranti. Questo approccio riflette la visione di Papa Francesco sulla responsabilità verso l’ambiente e la comunità.
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L’importanza simbolica della vite
Il professor Peterlunger ha sottolineato la valenza simbolica della vite nella tradizione cristiana, sia nel Vecchio che nel Nuovo Testamento. Con una superficie totale di due ettari dedicati alla coltivazione delle viti resistenti, ci si aspetta che tra tre anni possa essere prodotto il primo vino dalle barbatelle piantate nel terreno ai Castelli Romani.
Le varietà specifiche rimangono riservate fino all’inaugurazione ufficiale; tuttavia è noto che alcune sono frutto di una collaborazione avviata nel 1998 tra l’Università di Udine, l’Istituto di Genomica Applicata e i Vivai Cooperativi di Rauscedo. Questa sinergia ha portato allo sviluppo delle barbatelle resistenti alle malattie fungine ed agli stress climatici.
Pratiche agricole sostenibili
Uno degli obiettivi principali del vigneto è quello di minimizzare i trattamenti fitosanitari per rispettare maggiormente l’ambiente circostante. Questo approccio ecologico rispecchia gli insegnamenti contenuti nell’enciclica “Laudato Sì”, dove Papa Francesco invita tutti a prendersi cura della Terra come casa comune degli esseri viventi.
Durante il convegno moderato da Josef Parente – direttore tecnico-scientifico del festival – sono intervenuti anche altri esperti del settore vitivinicolo. Antonio Zuliani, presidente della Cantina Rauscedo, ha condiviso buone pratiche sostenibili adottate dalla sua cooperativa mentre Giannola Nonino ha parlato dell’importanza della viticoltura regionale in memoria del marito Benito recentemente scomparso.
Questo evento rappresenta non solo una celebrazione dei vini friulani ma anche un impegno collettivo verso una viticoltura più responsabile e attenta alle esigenze sociali ed ecologiche contemporanee.