Ravenna Festival: l’oratorio San Giovanni Battista di Stradella incanta nella basilica di Sant’Apollinare

L’oratorio “San Giovanni Battista” di Alessandro Stradella, eseguito al Ravenna Festival, ha messo in luce la complessità musicale e il profondo significato drammatico dell’opera barocca poco conosciuta.
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Ravenna, 4 giugno 2025 – L’oratorio “San Giovanni Battista” di Alessandro Stradella è stato recentemente eseguito al Ravenna Festival, attirando l’attenzione per la sua complessità musicale e il profondo significato drammatico. Nonostante la fama del compositore, spesso paragonato a Caravaggio per la sua vita tumultuosa e le sue relazioni personali complicate, il suo lavoro rimane poco conosciuto. Questa esecuzione ha messo in luce non solo il talento innovativo di Stradella ma anche la modernità del suo linguaggio musicale.

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La storia dell’oratorio

Composto nel 1675 per la chiesa romana di San Giovanni dei Fiorentini durante un anno giubilare, “San Giovanni Battista” si distingue per il libretto scritto da Ansaldo Ansaldi. Questo testo narra gli eventi che portano alla cattura e all’esecuzione del Battista da parte di Erode. La narrazione si sviluppa attraverso una serie di arie e recitativi che alternano momenti solistici a cori polifonici. Un elemento sorprendente è rappresentato dalla scelta narrativa finale: invece della tradizionale celebrazione della morte del protagonista, Ansaldi opta per un focus sui tormenti interiori di Erode stesso.

Questa decisione riflette una sensibilità moderna rispetto ai temi trattati, spostando l’attenzione dal martirio verso una dimensione più umana e complessa dei personaggi coinvolti. Il libretto presenta circa venti arie diverse che offrono una notevole varietà stilistica ed emotiva; ciò consente agli interpreti di esplorare diverse sfumature vocali e interpretative.

Innovazioni musicali nell’opera

L’aspetto distintivo dell’oratorio risiede nella ricchezza delle soluzioni musicali adottate da Stradella. L’influenza delle varie tradizioni musicali incontrate durante i suoi viaggi emerge chiaramente nelle scelte strumentali e vocali dell’opera. In particolare, l’utilizzo simultaneo del ‘concertino‘ insieme al ‘concerto grosso‘, pratiche già affermatesi a Roma all’epoca in cui Stradella era attivo come musicista professionale, arricchisce ulteriormente il tessuto sonoro dell’oratorio.

La combinazione tra questi due gruppi strumentali crea dinamiche interessanti: talvolta suonano separatamente mentre altre volte si fondono in un’unica entità sonora potente ed evocativa. Questo approccio permette a Stradella non solo di mostrare le sue capacità compositive ma anche d’integrare elementi innovativi nel panorama musicale barocco italiano.

I protagonisti dell’esecuzione ravennate

Nell’esecuzione tenutasi nella suggestiva basilica di Sant’Apollinare in Classe hanno brillato diversi artisti che hanno dato vita ai personaggi principali dell’oratorio. Tra questi spicca Silvia Frigato nel ruolo della giovane Erodiade figlia; con la sua voce elegante ha saputo gestire con abilità le complesse ‘diminuzioni’ richieste dal repertorio barocco.

Al contrario, Dorota Szczepańska ha interpretato Erodiade madre con meno incisività vocale rispetto alle aspettative legate alla parte; alcuni critici hanno notato una mancanza nella rotondità sonora nei registri acuti della performance. Danilo Pastore ha invece offerto un’interpretazione convincente nel ruolo principale del Battista grazie alla sua voce omogenea che trasmetteva distacco ieratico.

Il tenore Roberto Manuel Zangari nei panni del Consigliere ha mostrato precisione stilistica mentre Masashi Tomosugi nel ruolo chiave d’Erode ha avuto difficoltà a rendere pienamente giustizia alle richieste drammatiche della partitura.

L’ensemble Mare Nostrum: qualità musicale elevata

L’Ensemble Mare Nostrum ha fornito un supporto strumentale eccellente all’esecuzione grazie alla presenza dei migliori musicisti specializzati nel repertorio barocco italiano; fondati vent’anni fa da Andrea De Carlo – riconosciuto esperto della musica stradeliana – i componenti hanno dimostrato grande affiatamento sul palco.

De Carlo ha scelto d’accentuare gli aspetti ritmici durante l’esibizione mantenendo alta la tensione emotiva senza mai perdere coesione sonora tra i vari strumenti coinvolti nell’orchestra sinfonica composta sia dal concertino sia dal concerto grosso.

La cornice storica della basilica non solo ha valorizzato sonoramente l’opera ma ne ha amplificato anche l’impatto visivo ed emozionale sulla platea presente quella sera al festival ravennate.

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