L’arcivescovo di Palermo riflette sull’eredità di Papa Francesco e la migrazione a Lampedusa

Incontro a Bagheria tra i Direttori Migrantes delle diocesi siciliane per riflettere sull’impatto del pontificato di Papa Francesco sulla migrazione e l’importanza dell’accoglienza umana.
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Il 6 e 7 giugno, presso l’Oasi “Cusmaniana” delle Suore del Boccone del Povero a Bagheria, si è svolto un incontro significativo tra i Direttori Migrantes delle diocesi siciliane. Durante questo evento, Monsignor Corrado Lorefice ha condiviso le sue riflessioni sul pontificato di Papa Francesco e il suo impatto sulla questione migratoria. Un tema centrale è stato il calore umano che Bergoglio ha sempre dimostrato verso i più vulnerabili.

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Un incontro per riflettere sulle migrazioni

L’incontro ha visto la partecipazione di vari membri della Commissione Episcopale delle Migrazioni della CEI, con l’obiettivo principale di ascoltare e confrontarsi su esperienze recenti legate alla migrazione. Il Diacono Santino Tornesi ha sottolineato l’importanza dell’ascolto attivo in un contesto in cui le politiche sembrano spesso orientate al rifiuto piuttosto che all’accoglienza. La discesa a Lampedusa avvenuta nel febbraio scorso è stata un punto focale della discussione, evidenziando la necessità di sviluppare nuove strategie pastorali per affrontare le sfide contemporanee legate alla mobilità umana.

Monsignor Lorefice ha aperto i lavori richiamando l’attenzione sui valori umanitari che hanno caratterizzato il pontificato di Francesco fin dal suo inizio nel 2013. Ha posto domande provocatorie: «Adamo, dove sei?», «Dov’è tuo fratello?», «Chi ha pianto per loro?». Queste domande non sono solo retoriche; invitano tutti a una profonda introspezione sulla responsabilità collettiva nei confronti dei migranti.

La realtà dei migranti oggi

Durante la mattinata precedente all’incontro ufficiale, Monsignor Lorefice ha avuto modo di incontrare giovani ghanesi a Palermo che celebravano insieme Eid al-Adha. Questo momento simbolico rappresenta come diverse fedi possano unirsi nella celebrazione della vita e della speranza anche in contesti difficili come quello attuale. Il Vescovo ha messo in evidenza come le esperienze dolorose dei migranti siano segnali significativi da non ignorare.

La situazione attuale degli sbarchi sulle coste italiane è complessa: molti arrivano dopo viaggi estenuanti attraverso rotte pericolose nel Mediterraneo o nei Balcani. I racconti dei cronisti volontari Nino Arena ed Elena De Pasquale hanno messo in luce come oggi gli abitanti dell’arcipelago delle Pelagie si sentano orfani rispetto ai valori umanitari vissuti durante le emergenze passate.

Riflessioni sul futuro dell’accoglienza

Le testimonianze raccolte dai Direttori Migrantes hanno evidenziato una crisi nell’approccio all’accoglienza rispetto al passato recente. Carola Piraneo e Antonio Ferro hanno descritto Lampedusa come un telescopio sul mondo, capace di anticipare fenomeni globali quali conflitti e speranze infrante nelle persone costrette ad abbandonare le proprie terre.

Il Diacono Santo Rizzo ha richiamato alla memoria momenti storici quando l’isola era esempio luminoso d’umanità durante situazioni critiche; ora c’è bisogno urgente d’un rinnovamento nell’approccio pastorale verso i migranti affinché non si perda quel senso profondo d’accoglienza radicato nella comunità locale.

Luca Polello da Palermo sottolinea quanto sia necessario ripensare alle pratiche ecclesiali affinché possano rispondere adeguatamente alle sfide contemporanee legate alla migrazione. Le esperienze vissute sull’isola devono tradursi in azioni concrete capaci d’incarnarsi nella quotidianità delle diocesi siciliane.

Il ruolo cruciale della comunità religiosa

Donata Genovese del Movimento dei Focolari racconta la sua esperienza diretta nell’arcipelago dal settembre 2023 insieme ad altre consorelle; essa mette in luce quanto sia difficile offrire supporto concreto ai migranti data la rapidità con cui vengono trasferiti dagli hotspot locali senza possibilità d’incontro diretto con chi offre aiuto.

Suor Alessandra Martin ribadisce l’urgenza del lavoro sui diritti umani: interrogandosi su quanto siamo disposti a combattere per tutelare la dignità umana essenziale nei nostri tempi moderni, invita tutti noi ad agire contro ogni forma di schiavismo moderno presente nel XXI secolo.

Queste considerazioni pongono interrogativi fondamentali su quale direzione debba prendere la Chiesa riguardo alle problematiche sociali odierne; questionando se ci sia ancora spazio per quell’umanità tanto cara al messaggio papale ricevuto anni fa da Bergoglio stesso durante una visita memorabile sull’isola.