Meta, l’azienda fondata da Mark Zuckerberg, sta rivolgendo la propria attenzione verso l’idea di superintelligenza, un concetto che le aziende concorrenti definiscono intelligenza artificiale generale. Questo cambiamento di rotta arriva dopo un periodo in cui Zuckerberg aveva concentrato i suoi sforzi sul metaverso, trasformando il nome dell’azienda e investendo ingenti somme nella realtà virtuale. Tuttavia, i risultati ottenuti finora nel mercato non sembrano giustificare tali investimenti.
La transizione da metaverso a superintelligenza
Nel 2021, Meta ha intrapreso un ambizioso progetto per sviluppare il metaverso, una visione futuristica che prometteva esperienze immersive attraverso tecnologie avanzate. Nonostante gli enormi capitali investiti in questo settore, i ritorni economici sono stati deludenti. Ora Zuckerberg sembra voler cambiare strategia puntando su una forma più evoluta di intelligenza artificiale.
L’interesse per la superintelligenza si inserisce nel contesto della crescente competitività nel settore tecnologico. L’emergere di strumenti come ChatGPT ha scatenato una corsa agli investimenti nell’intelligenza artificiale generale da parte delle grandi aziende tech. Questa nuova direzione potrebbe rappresentare non solo un’opportunità per Meta ma anche una risposta alle sfide poste dai concorrenti.
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Le acquisizioni strategiche nel campo dell’intelligenza artificiale
Non è insolito che le grandi aziende tecnologiche cerchino talenti e innovazioni senza procedere a vere e proprie acquisizioni. Microsoft è un esempio lampante: ha recentemente assunto figure chiave dalla startup Inflection AI, inclusa quella del cofondatore Mustafa Suleyman, ora alla guida della divisione AI dell’azienda.
Queste manovre indicano come le aziende siano pronte a integrare competenze esterne per potenziare le loro capacità nell’ambito dell’intelligenza artificiale senza dover necessariamente acquistare interamente altre società. Questo approccio consente loro di rimanere agili in un mercato in rapida evoluzione dove l’innovazione è fondamentale.
Scale: dall’università al supporto all’intelligence artificial
Un esempio significativo del talento emergente nel campo dell’intelligence artificiale è rappresentato da Scale AI, fondata da Alexandr Wang mentre era ancora uno studente al Massachusetts Institute of Technology . Insieme alla co-fondatrice Lucy Guo ha avviato questa startup nel 2016 con l’obiettivo di migliorare i sistemi d’intelligenza artificiale attraverso l’intervento umano.
Il sostegno ricevuto dall’incubatore Y Combinator sotto la direzione di Sam Altman ha dato slancio all’iniziativa. Wang ha abbandonato il MIT seguendo una traiettoria simile a quella intrapresa da Zuckerberg con Facebook anni prima.
Scale si distingue per offrire soluzioni personalizzate agli sviluppatori d’intelligence artificiale utilizzando risorse umane per ottimizzare processi complessi come quelli legati alla guida autonoma; tra i clienti figurano nomi noti come General Motors e Toyota. Il modello proposto ricorda quello del Mechanical Turk di Amazon ma con caratteristiche specifiche pensate per soddisfare le esigenze degli sviluppatori moderni.
La crescente attenzione verso queste iniziative dimostra quanto sia cruciale oggi integrare capacità umane nei processi automatizzati affinché possano operare efficacemente in contesti real-world complessi.