28 anni dopo: il Regno Unito in un’epoca di zombie e isolamento

“28 anni dopo” esplora un Regno Unito distopico, isolato e devastato da una pandemia zombie, riflettendo su temi attuali come la Brexit e le sfide della sopravvivenza in un mondo apocalittico.
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Il film “28 anni dopo” segna un ritorno inquietante nel mondo degli zombie, portando con sé una riflessione sullo stato attuale del Regno Unito. Ambientato in un futuro distopico, il film esplora le conseguenze di una pandemia che ha trasformato la Gran Bretagna in una zona isolata, dove gli esseri umani sono stati contaminati da un virus che li rende simili a zombie. Questo nuovo capitolo non solo riporta alla mente i temi dell’epidemia da COVID-19, ma richiama anche l’attenzione sulla Brexit e sull’autarchia della nazione.

Il contesto apocalittico del Regno Unito

Nel film, il Regno Unito è rappresentato come un territorio completamente isolato dal resto del mondo. Questa situazione è frutto di decenni di caos causati da un’epidemia virale che ha colpito la popolazione umana. Gli infetti sono descritti come “contaminati“, privi della loro umanità e ridotti a creature simili a zombie che corrono invece di trascinarsi lentamente come nelle tradizionali rappresentazioni cinematografiche. La società britannica è tornata indietro nel tempo, vivendo senza elettricità e tecnologia moderna.

Il resto del pianeta sembra aver evitato la contaminazione e prospera grazie all’accesso a risorse moderne come internet e smartphone. Questa contrapposizione tra il Regno Unito isolato e le altre nazioni fiorenti crea uno scenario drammatico dove l’apocalisse ha riportato gli abitanti britannici a uno stato primordiale. La narrazione si sviluppa su questo sfondo inquietante, evidenziando le difficoltà quotidiane dei sopravvissuti mentre cercano di affrontare non solo gli zombie ma anche la mancanza delle comodità moderne.

Una nuova famiglia protagonista

A differenza dei precedenti capitoli della saga “28 giorni dopo“, questa volta non seguiamo i personaggi noti ma ci concentriamo su una famiglia che vive su una piccola isola al largo delle coste britanniche. Questo luogo fortificato offre rifugio dai pericoli esterni ed è accessibile solo durante le basse maree attraverso un percorso pedonale rischioso quando l’acqua si ritira.

La vita sull’isola richiede abilità pratiche: i membri della famiglia devono cacciare per procurarsi cibo ed imparare a riconoscere diverse tipologie di zombie per evitare incontri fatali. L’isola diventa così simbolo sia di sicurezza sia di isolamento; abbandonarla significa esporsi ai rischi rappresentati dagli infetti rimasti nel continente.

La selezione naturale ha fatto sì che gli zombie sopravvissuti siano diventati più temibili o meno minacciosi: alcuni sono lenti e goffi mentre altri hanno sviluppato caratteristiche eccezionali rendendoli avversari formidabili nella lotta per la sopravvivenza.

I nuovi nemici: ciccioni glabri vs alpha

Nel corso degli eventi narrativi emergono due categorie principali tra gli infetti: i “ciccioni glabri” e gli “alpha“. I primi sono descritti come creature lente, incapaci di muoversi rapidamente; questi individui sembrano quasi innocui rispetto agli altri membri della loro specie ma possono comunque costituire una minaccia se affrontati in gruppo o se sorpresi in situazioni favorevoli per loro.

Dall’altra parte ci sono gli “alpha“, individui dotati di forza straordinaria ed agilità superiore rispetto ai normali zombificatori; questi esseri hanno formato famiglie tra loro continuando a riprodursi all’interno delle loro comunità infette creando così nuove generazioni sempre più potenti. Queste due categorie offrono spunti interessanti sul tema dell’evoluzione post-apocalittica degli esseri umani contaminati dall’epidemia virale.

L’interazione tra queste due tipologie contribuisce ad aumentare la tensione narrativa mentre i protagonisti tentano continuamente d’affrontare questi nemici diversificati nella speranza d’un futuro migliore lontano dalla devastazione presente nel continente britannico ormai ridotto ad uno scenario da incubo vivente.