Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha affrontato un acceso dibattito in Parlamento riguardo all’aumento delle spese militari italiane, in vista del vertice NATO e del successivo Consiglio europeo. Durante le sue dichiarazioni, avvenute alla Camera dei Deputati e al Senato, Meloni ha criticato il Movimento 5 Stelle e il suo leader Giuseppe Conte per le loro posizioni contraddittorie sull’argomento.
Le affermazioni di Giorgia Meloni
Nel corso della sua esposizione alla Camera dei Deputati, Giorgia Meloni ha messo in evidenza come Giuseppe Conte avesse firmato un impegno a portare le spese di difesa al 2% del Prodotto Interno Lordo . Questo punto è stato ribadito anche durante la seduta al Senato. “Il presidente Conte ha detto ieri che lui non ha sottoscritto l’impegno del 2%. Una firma è una firma signori e quella firma è stata messa,” ha affermato con fermezza Meloni.
La questione si fa complessa quando si considera che l’impegno a incrementare la spesa militare era già stato stabilito nel vertice NATO tenutosi nel 2014. Meloni sostiene che tutti i governi successivi abbiano confermato questo impegno, ma sottolinea come ciò non equivalga a dire che sia stato firmato da Conte. Il riferimento storico serve a chiarire il contesto delle attuali discussioni politiche sull’argomento. L’intervento della premier mira quindi a mettere in luce quelle che percepisce come incoerenze nella posizione dell’opposizione.
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L’aumento delle spese militari: i dettagli
Oggi, parlando con i giornalisti riguardo all’incremento previsto delle spese militari, Meloni ha specificato che si tratta di un aumento dell’1,5% su dieci anni. Ha poi cercato di contestualizzare questo dato paragonandolo agli aumenti passati: “Non distante – garantisce Meloni – dall’impegno assunto dall’Italia nel 2014.” In quell’occasione infatti l’Italia aveva già promesso di aumentare la propria spesa per la difesa dal precedente valore dell’1% fino al target fissato del 2%.
Questa strategia rappresenta un passo significativo verso il rafforzamento della capacità difensiva nazionale italiana. Tuttavia, resta da vedere come verranno gestite queste risorse finanziarie nei prossimi anni e quali saranno gli impatti reali sul bilancio dello Stato italiano.
Le reazioni alle dichiarazioni
Durante una conferenza stampa post-vertice NATO oggi pomeriggio, una giornalista ha fatto notare a Meloni quanto possa costituire una cifra considerevole l’aumento delle spese militari previsto per i prossimi dieci anni—circa 100 miliardi di euro—suscitando una reazione sorpresa dalla premier: “Non so come fate questi calcoli francamente.” Questa risposta evidenzia quanto sia delicata la questione economica legata alla sicurezza nazionale e quanto possa influenzare il dibattito politico interno ed esterno.
Le polemiche intorno alle cifre esatte degli investimenti nella difesa continueranno probabilmente ad animare il confronto tra governo e opposizione nei prossimi giorni mentre ci si prepara ai futuri incontri internazionali dove tali temi saranno ulteriormente discussi.