Il dibattito sulle politiche per la natalità in Trentino si intensifica con le recenti dichiarazioni di Andrea Grosselli, segretario della Cgil, che ha definito fallimentari le misure adottate dalla Giunta Fugatti. Al contempo, Fratelli d’Italia esprime preoccupazione riguardo alla distribuzione del bonus per il terzo figlio, accusando l’amministrazione di favorire gli immigrati a discapito delle famiglie trentine. La Consulta provinciale delle famiglie si dissocia dal processo decisionale e chiede un coinvolgimento attivo nelle discussioni.
Le critiche di Grosselli sulle politiche nataliste
Andrea Grosselli non ha risparmiato critiche nei confronti della Giunta provinciale guidata da Maurizio Fugatti. Secondo il segretario della Cgil, le misure attuate per incentivare la natalità sono state inefficaci e hanno portato a risultati insoddisfacenti. Con soli 3.789 neonati registrati nell’ultimo anno e un tasso di fertilità sceso a 1,26 figli per donna, il Trentino sta affrontando una crisi demografica significativa.
Grosselli ha sottolineato come l’introduzione del bonus per il terzo figlio possa apparire vantaggiosa solo per una ristretta cerchia di famiglie – circa 500 all’anno – mentre ignora completamente le necessità delle altre 55 mila famiglie con figli minori che non riceveranno alcun supporto economico aggiuntivo. Questo approccio è visto come una manovra elettorale piuttosto che un vero sostegno alle famiglie trentine.
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Inoltre, Grosselli ha criticato l’amministrazione provinciale affermando che i provvedimenti presi non hanno avuto alcun impatto positivo sulla crescita demografica e hanno generato frustrazione tra coloro che desiderano avere più figli ma non ricevono aiuti adeguati.
Le posizioni contrastanti nel centrodestra
Le divergenze all’interno della maggioranza sono emerse chiaramente con le dichiarazioni dell’assessora Francesca Gerosa e del presidente Fugatti stesso. Mentre quest’ultimo difende strenuamente il bonus come parte integrante di una strategia più ampia volta a sostenere la maternità e migliorare i servizi familiari – inclusa l’equiparazione dell’indennità di maternità tra pubblico e privato –, Gerosa sembra esprimere dubbi sulla reale efficacia della misura.
Alessandro Urzì, esponente di Fratelli d’Italia, ha evidenziato come questa iniziativa rischi di tradire gli impegni presi dalla maggioranza stessa in favore delle famiglie trentine. Ha messo in discussione lo slogan “Prima i trentini“, suggerendo che se la misura dovesse risultare assistenzialista potrebbe avvantaggiare principalmente le famiglie immigrate piuttosto che quelle locali.
Questa tensione interna riflette una mancanza generale di consenso su quale debba essere la direzione da prendere nella gestione delle politiche familiari provinciali. La richiesta da parte dei membri del partito è chiara: prima bisogna capire quali siano realmente i beneficiari ideali dei fondi destinati alla natalità attraverso studi scientifici accurati.
Il ruolo della Consulta provinciale delle famiglie
La Consulta provinciale delle famiglie si è recentemente dissociata dal processo decisionale riguardante il bonus terzo figlio, annunciando pubblicamente che non è stata coinvolta nella sua formulazione. Alice Vettore Carraro, presidente dell’ente consultivo, ha espresso rammarico poiché ritiene fondamentale un confronto strutturato tra amministratori locali e rappresentanti familiari prima dell’introduzione di qualsiasi misura legislativa significativa.
La Consulta sottolinea l’importanza del suo ruolo istituzionale nel contribuire all’elaborazione delle politiche familiari provinciali ed evidenzia come sia necessario ascoltare direttamente le esigenze reali dei cittadini interessati dalle nuove normative sui sostegni alla famiglia.
Carraro ha anche proposto un incontro formale con gli assessori competenti o addirittura con tutta la Giunta provinciale affinché possano discutere insieme degli effetti potenziali del provvedimento sul territorio locale ed esplorare soluzioni condivise più efficaci nel sostenere realmente tutte le tipologie familiari presenti in provincia.
Con queste dinamiche ancora aperte al dialogo politico ed istituzionale sul tema della natalità in Trentino emerge chiaramente quanto sia cruciale trovare strategie adeguate capaci davvero di rispondere alle sfide demografiche senza lasciare indietro nessuna famiglia.