Meta punta ai contenuti privati: la nuova funzione che accede al rullino fotografico degli utenti

Meta testa una nuova funzionalità che accede alle foto degli utenti per suggerimenti creativi, suscitando preoccupazioni sulla privacy e sull’uso dei dati personali senza consenso esplicito.
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Meta, l’azienda madre di Facebook e Instagram, sta testando una nuova funzionalità che potrebbe segnare un cambiamento significativo nella gestione dei dati personali degli utenti. Questa iniziativa mira ad accedere direttamente alle foto memorizzate nei rullini fotografici degli smartphone, ampliando il già vasto repertorio di dati a disposizione dell’azienda. La notizia ha suscitato preoccupazioni riguardo alla privacy e alla sicurezza delle informazioni personali.

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La scoperta della nuova funzione

Recentemente, diversi utenti di Facebook hanno segnalato la comparsa di messaggi pop-up mentre cercavano di pubblicare contenuti nelle Storie. Questi avvisi chiedono esplicitamente il permesso per attivare una funzione chiamata “elaborazione cloud”. Questa opzione consentirebbe a Meta di selezionare immagini dal rullino fotografico e caricarle sui server dell’azienda per generare suggerimenti creativi automatici. Tra le proposte figurano collage personalizzati, riassunti fotografici e raccolte tematiche per eventi speciali come compleanni o lauree.

Accettando questa funzionalità, gli utenti acconsentono automaticamente ai termini d’uso relativi a Meta AI. Questo accordo consente all’azienda non solo di analizzare le immagini caricate ma anche i tratti facciali delle persone presenti nelle foto, le date in cui sono state scattate e altri dettagli significativi come oggetti o altre persone ritratte. Non ci sono limiti temporali chiari sulla conservazione e sull’utilizzo delle informazioni raccolte.

Un’evoluzione della strategia aziendale

Questa mossa non è del tutto sorprendente; rappresenta piuttosto un’evoluzione naturale della strategia già adottata da Meta negli ultimi anni. L’azienda ha recentemente confermato che utilizza tutti i contenuti pubblicati su Facebook e Instagram dal 2007 in poi per addestrare i suoi modelli di intelligenza artificiale generativa. Anche se Meta sostiene che questi dati provengano esclusivamente da post pubblici condivisi da adulti maggiorenni, la definizione stessa dei termini “pubblico” e “adulto” rimane ambigua.

La nuova funzionalità segna un passo avanti importante: si passa dall’utilizzo dei contenuti condivisi consapevolmente dagli utenti all’accesso a materiale privato mai destinato alla pubblicazione online. Ryan Daniels, responsabile delle relazioni pubbliche dell’azienda, ha dichiarato a The Verge che al momento non vengono utilizzate queste foto private per l’addestramento dei modelli AI; tuttavia non ha fornito garanzie sul futuro utilizzo delle stesse immagini.

Differenze con Google Photos

Un confronto con Google Photos mette in luce differenze rilevanti nell’approccio alla privacy tra le due aziende tecnologiche. Anche Google offre suggerimenti basati su intelligenza artificiale attraverso il suo servizio Gemini; tuttavia ha chiarito esplicitamente che i dati personali degli utenti non vengono utilizzati per addestrare modelli AI generativi. Al contrario, Meta attualmente non fornisce alcuna garanzia simile nei suoi termini d’uso aggiornati dal 23 giugno 2024.

Sebbene ufficialmente si affermi che la funzione acceda solo ai contenuti recenti , ci sono indicazioni secondo cui alcuni dati potrebbero essere conservati più a lungo del previsto. Ad esempio, suggerimenti tematici come quelli relativi agli animali domestici o matrimoni potrebbero includere anche fotografie più vecchie rispetto al limite stabilito dai trenta giorni iniziali.

Effetti collaterali inattesi

La nuova funzionalità sta già mostrando effetti collaterali imprevisti tra gli utenti registrati sulla piattaforma social media. Alcuni report su Reddit evidenziano situazioni in cui Meta offre suggerimenti creativi su fotografie precedentemente caricate senza il consenso esplicito degli interessati; uno specifico caso riguarda l’applicazione automatica dello stile “Studio Ghibli” sulle foto matrimoniali senza alcun preavviso all’utente coinvolto.

In questo contesto complesso legato alla privacy digitale è fondamentale monitorare attentamente come evolverà questa situazione nel tempo e quali misure verranno adottate dagli utenti stessi per proteggere i propri dati sensibili.