La Corte di Cassazione ha annullato parzialmente la sentenza emessa dal Tribunale di Marsala, disponendo un rinvio a un diverso giudice per esaminare la questione della confisca dei beni sequestrati durante una perquisizione. La decisione riguarda il 25enne tunisino Mahdi Hamrouni, già condannato a un anno e quattro mesi di reclusione per detenzione ai fini di spaccio di marijuana. La sentenza è stata emessa il 28 gennaio scorso.
Dettagli sulla condanna
Mahdi Hamrouni è stato riconosciuto colpevole non solo della detenzione illegale di sostanze stupefacenti, ma anche dell’aggravante legata alla quantità della droga trovata in suo possesso. Oltre alla pena detentiva, l’imputato dovrà pagare una multa pari a 4 mila euro. Questa condanna si inserisce in un contesto più ampio che coinvolge anche altre accuse nei suoi confronti; infatti, Hamrouni è attualmente sotto processo insieme a un altro coimputato con l’accusa di rapina e lesioni ai danni di una giovane marsalese.
L’aggressione del settembre 2024
L’episodio che ha portato all’accusa nei confronti dei due giovani risale al 13 settembre 2024. Quella sera, la vittima si trovava sul lungomare Boeo insieme ad alcuni amici quando è stata avvicinata dai due aggressori su un monopattino elettrico. Secondo quanto riportato dall’accusa, i due nordafricani hanno aggredito la ragazza puntandole un coltello alla gola mentre le strappavano lo smartphone dalle mani.
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Durante la colluttazione che ne seguì, la giovane ha subito delle ferite: in particolare, ha riportato un taglio alla mano sinistra nel tentativo di difendersi dall’attacco. Anche uno degli amici della vittima sarebbe stato preso aimio obiettivo dell’aggressore principale che cercò invano di colpirlo al torace prima che i due fuggissero con il cellulare rubato e una somma contante pari a 40 euro.
Intervento delle forze dell’ordine
La reazione tempestiva delle forze dell’ordine ha permesso il rapido rintraccio dei presunti aggressori grazie all’intervento degli agenti supportati dai bersaglieri nell’ambito dell’operazione “Strade Sicure”. Utilizzando tecnologie avanzate come la geolocalizzazione dello smartphone rubato, gli agenti sono riusciti a recuperarlo poco dopo l’aggressione: era nascosto tra gli arbusti in piazza della Vittoria vicino al busto dedicato a Garibaldi.
Tuttavia, i soldi rubati non sono stati ritrovati poiché erano già stati sottratti dai ladri prima del loro arresto avvenuto poco dopo l’incidente. I due tunisini sono stati quindi fermati dalle forze dell’ordine e trasferiti in custodia mentre proseguivano le indagini relative all’accaduto.
Perquisizione domiciliare e scoperta della marijuana
Successivamente agli eventi legati all’aggressione sulla giovane marsalese, le indagini hanno portato gli agenti a effettuare una perquisizione domiciliare presso l’abitazione del Mahdi Hamrouni dove hanno trovato marijuana nascosta negli ambienti interni. Questo ritrovamento ha contribuito ulteriormente alle accuse contro il giovane tunisino nel contesto del suo processo penale attuale.
La situazione giuridica complessiva rimane ora aperta con il rinvio disposto dalla Corte riguardo alla confisca dei beni sequestrati durante le operazioni investigative svolte dalla polizia locale.