Milano, la nuova produzione di “Norma” alla Scala: un cast di talento ma un allestimento confuso

La nuova produzione di “Norma” alla Scala di Milano ha messo in risalto un cast talentuoso, ma ha suscitato critiche per l’allestimento confuso e la regia poco incisiva.
Milano, la nuova produzione di “Norma” alla Scala: un cast di talento ma un allestimento confuso - Socialmedialife.it

La nuova messa in scena dell’opera “Norma” al Teatro alla Scala di Milano ha attirato l’attenzione per il suo cast ricco di talenti. La performance, andata in scena il 4 luglio 2025, ha messo in luce le qualità vocali dei protagonisti, ma ha anche sollevato interrogativi riguardo all’allestimento e alla regia. L’opera, scritta da Vincenzo Bellini, è stata presentata con una visione che mescola elementi storici e moderni.

Seguici su Google News

Ricevi i nostri aggiornamenti direttamente nel tuo feed di
notizie personalizzato

Seguici ora

Un cast d’eccezione

La protagonista Norma è interpretata da un soprano lettone che si distingue per la sua voce lirica e per l’intensità emotiva della sua performance. La sua interpretazione del celebre brano “Casta diva” è stata particolarmente apprezzata dal pubblico presente. Oltre a questo momento clou, i duetti con Adalgisa hanno evidenziato le capacità vocali della soprano che ha saputo mantenere una linea di canto omogenea su tutta l’estensione vocale.

Adalgisa è interpretata dal mezzosoprano russo Vas, la cui presenza scenica e il fraseggio ben cesellato hanno conquistato gli spettatori. La qualità delle voci non si limita ai ruoli principali; anche Clotilde, allieva dell’Accademia Scaligera, ha dimostrato abilità notevoli con una dizione sicura e una voce valida. Tuttavia, non tutte le esibizioni sono state accolte positivamente: il Pollione di Di Tommaso ha faticato a emergere nel contesto musicale generale.

Critiche al Pollione

Il ruolo del Pollione non ha soddisfatto le aspettative del pubblico presente nella sala milanese. Il cantante sembrava avere difficoltà ad adattarsi al contesto orchestrale; la sua emissione risultava opaca e spesso veniva sovrastata dagli altri interpreti sul palco. Questo aspetto negativo è stato notato dai presenti che hanno riservato applausi calorosi agli altri membri del cast mentre il suo rendimento è stato oggetto di critiche.

Le difficoltà tecniche del cantante potrebbero essere state influenzate dalla serata o dall’acustica della sala stessa; tuttavia ciò non toglie valore alle osservazioni fatte dai critici musicali presenti all’evento. In contrasto con queste problematiche vocali c’è stata invece una prestazione convincente da parte del Coro Scaligero diretto dal maestro: i cori durante “Guerra! Guerra!” sono stati accolti favorevolmente dal pubblico.

Un allestimento controverso

L’allestimento dell’opera presenta scelte artistiche audaci ma confuse nel complesso visivo proposto agli spettatori. Ambientando la vicenda durante le Guerre d’Indipendenza Italiane – come già fatto in precedenti produzioni – gli scenografi hanno cercato di creare un’atmosfera storicamente significativa; tuttavia questo tentativo sembra essersi perso nei dettagli estetici delle scene rappresentate.

Le stanze private delle protagoniste richiamavano camerini degli anni Trenta, mentre altre parti dello spettacolo mostravano strutture industriali o decorazioni dorate poco coerenti tra loro. Questa varietà stilistica potrebbe aver creato confusione piuttosto che arricchire l’esperienza visiva dello spettatore.

In aggiunta a questi aspetti scenografici discutibili c’è stata anche una regia poco incisiva: i cantanti sembravano interagire poco tra loro ed eseguivano gestualità standard senza profondità emotiva apparente. Anche il coro pareva essere lasciato a sé stesso nelle entrate e uscite dalle scene principali senza coordinamento chiaro.

Questa produzione della Scala avrebbe potuto beneficiare di scelte più coraggiose sia nella regia sia nell’allestimento per dare vita a nuove interpretazioni dell’opera belliniana anziché limitarsi ad approcci generali privi d’innovazione artistica.