Il Tuscia Film Fest ha ospitato la presentazione di un’opera cinematografica che affronta temi complessi legati alla mafia, mescolando dramma e ironia. I registi Fabio Grassadonia e Antonio Piazza hanno discusso del loro film, incentrato su Matteo Messina Denaro, il noto boss mafioso catturato dopo trent’anni di latitanza. Con interpretazioni magistrali di Toni Servillo ed Elio Germano, l’opera si propone come una riflessione sulle contraddizioni della società siciliana.
Un cast d’eccezione per una storia complessa
Nel film, Toni Servillo interpreta Catello Palumbo, ex sindaco soprannominato “il preside”, mentre Elio Germano veste i panni del boss mafioso Matteo Messina Denaro. Entrambi gli attori portano sullo schermo personaggi ricchi di sfumature. La scelta degli interpreti non è casuale: entrambi hanno dimostrato nel corso delle loro carriere una grande versatilità e capacità di immedesimarsi in ruoli complessi.
La narrazione si sviluppa attraverso un’alternanza tra momenti drammatici e scene più leggere, creando un contrasto che invita lo spettatore a riflettere sulla condizione umana in Sicilia. Come afferma Servillo nel film stesso: “è il ridicolo a uccidere molto più delle pallottole”. Questa frase riassume perfettamente l’essenza dell’opera: la vita quotidiana dei siciliani è segnata da eventi tragici ma anche da situazioni paradossali che rendono difficile distinguere tra realtà e finzione.
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Le origini del progetto cinematografico
Durante l’incontro con Enrico Magrelli nella piazza San Lorenzo, i registi hanno rivelato le origini del progetto. Antonio Piazza ha sottolineato come la sceneggiatura fosse già stata scritta prima dell’arresto di Messina Denaro. “Da siciliani siamo sempre stati attratti dai temi legati alla mafia,” ha dichiarato Piazza. Questo è il terzo lungometraggio realizzato dai due cineasti su questo argomento.
Piazza ha condiviso le sue riflessioni sull’unicità del boss mafioso arrestato nel 2023: “Era profondamente intelligente”, ha spiegato, evidenziando come fosse circondato da un contesto grottesco che meritava attenzione. L’arresto ha rivelato dettagli sorprendenti sulla sua personalità; nella sua abitazione sono stati trovati numerosi libri e DVD d’autore – segno della sua cultura personale – oltre a riferimenti al suo interesse per gli affari legati all’energia rinnovabile.
Un mondo grottesco raccontato attraverso il cinema
Fabio Grassadonia ha aggiunto ulteriori dettagli sul processo creativo dietro al film. Secondo lui, studiando Matteo Messina Denaro emergeva un mondo grottesco dove le dinamiche sociali erano complesse quanto inquietanti. “Ci siamo chiesti quale tipo di umanità produce questa figura,” ha detto Grassadonia durante l’intervista con Magrelli.
Il regista mette in luce come la rappresentazione della mafia non debba limitarsi agli stereotipi tradizionali; piuttosto deve esplorare le sfaccettature più oscure della società contemporanea siciliana. Il personaggio principale era considerato “figlio prediletto” all’interno della famiglia mafiosa trapanese ed era stato adottato dai capimafia Totò Riina e Bernardo Provenzano; ciò lo rendeva parte integrante di un sistema protettivo ben consolidato su cui gravita ancora oggi molta attenzione mediatica.
Preparazione degli attori per ruoli impegnativi
Infine, Antonio Piazza si è soffermato sull’importanza della preparazione degli attori per rendere credibili i loro personaggi sul grande schermo. Ha raccontato di come Elio Germano abbia deciso di trasferirsi in Sicilia mesi prima delle riprese per perfezionare il suo accento locale specifico; questo impegno dimostra quanto sia fondamentale immergersi completamente nei ruoli affidati agli attori.
Servillo invece porta con sé una lunga esperienza nel teatro italiano ed europeo; entrambi gli artisti offrono interpretazioni potenti grazie alla loro dedizione al lavoro svolto insieme ai registi durante tutto il processo creativo del film.