Alberto Mastromarino: la carriera di un grande baritono italiano scomparso

Alberto Mastromarino, baritono di fama internazionale, ha lasciato un’impronta indelebile nella musica lirica italiana, esibendosi nei più prestigiosi teatri e dedicandosi anche all’insegnamento.
Alberto Mastromarino: la carriera di un grande baritono italiano scomparso - Socialmedialife.it

Alberto Mastromarino, baritono di fama internazionale, ha lasciato un segno indelebile nel panorama della musica lirica italiana. Nato nel 1964 a Castelnuovo della Misericordia, in provincia di Livorno, ha iniziato il suo percorso musicale da giovanissimo. Dopo aver assistito a una rappresentazione de “La Bohème” al Teatro Goldoni e aver studiato solfeggio presso un orologiaio locale, si è dedicato con passione alla musica. La sua carriera lo ha portato a esibirsi nei più prestigiosi teatri del mondo.

Seguici su Google News

Ricevi i nostri aggiornamenti direttamente nel tuo feed di
notizie personalizzato

Seguici ora

Gli inizi e la formazione musicale

Mastromarino ha intrapreso gli studi musicali all’Istituto Boccherini di Lucca, dove ha affinato le sue capacità vocali sotto la guida del maestro Paolo Silveri. La sua determinazione lo ha portato a vincere il Concorso Mattia Battistini sia nel 1987 che nel 1988, eventi che hanno segnato l’inizio della sua carriera professionale. Il debutto ufficiale sulle scene avviene con ruoli significativi come Germont padre ne “La Traviata” e Amonasro in “Aida”. Queste interpretazioni hanno messo in luce non solo il suo talento vocale ma anche la sua presenza scenica.

Nel corso degli anni ’90 e 2000, Mastromarino si è affermato come uno dei principali interpreti del repertorio verdiano. Ha interpretato personaggi iconici come Nabucco ed Ezio e si è distinto per le sue performance nei ruoli di Miller in “Il trovatore”, Giorgio Germont ne “La Traviata”, Conte di Luna ne “Il trovatore”, Macbeth e Don Carlo. Nel 2006 debuttò con successo nel ruolo di Falstaff al Teatro Regio di Parma, ripetendo l’esperienza all’Arena di Verona nel 2013 per celebrare i centenari verdiano e areniano.

Un repertorio variegato tra Verdi e Verismo

Oltre ai grandi classici verdiani, Alberto Mastromarino si è dedicato anche ad altri compositori italiani come Puccini. Il suo Scarpia nella Tosca divenne uno dei suoi cavalli di battaglia dopo la prima esibizione avvenuta a Livorno nel 1996; successivamente interpretò anche Geronte in “Gianni Schicchi” oltre a Sharpless in “Madama Butterfly”.

Un altro ruolo ricorrente nella sua carriera fu quello dell’Alfio nella Cavalleria rusticana; questo personaggio lo accompagnò durante importanti debutti internazionali tra cui quelli al Metropolitan Opera House nel 2009 e alla Scala milanese due anni dopo. Anche il Tonio dei Pagliacci rappresentava un punto fermo del suo repertorio: debuttò alla Royal Opera House nel 2003 ed ebbe successo anche alla Los Angeles Opera due anni dopo.

Mastromarino non si limitava solo ai grandi nomi della tradizione operistica italiana ma esplorava anche opere meno conosciute appartenenti al verismo italiano; tra queste spiccano titoli come “Francesca da Rimini” di Zandonai o “Adriana Lecouvreur” di Cilea.

Un artista ammirabile per talento umano

Alberto Mastromarino era riconosciuto non solo per le sue doti artistiche ma anche per la sua umanità fuori dal palcoscenico. Descritto dai colleghi come un professionista serio ma generoso nell’impegno sociale, partecipava attivamente ad iniziative benefiche legate alla musica lirica. Si esibì nei maggiori teatri italiani ed europei collaborando con direttori d’orchestra rinomati e registi affermati.

Il figlio Alberto racconta che l’amore del padre per la lirica andava ben oltre una semplice passione: «Dire che mio padre fosse innamorato della lirica è riduttivo – afferma – perché il teatro era il luogo in cui si sentiva a casa». Negli ultimi anni della sua vita aveva scelto una strada diversa dedicandosi principalmente all’insegnamento presso il Conservatorio Giuseppe Verdi di Pavia; qui trasmetteva ai giovani studenti tutto ciò che aveva appreso durante una lunga carriera artistica.

L’ultima apparizione pubblica risale al luglio del 2024 quando recitò ancora una volta nei panni dello Scarpia nella Tosca al Teatro Romano di Benevento prima dell’improvviso ritiro causato dalla malattia che lo colpì poco tempo dopo. Si ritirò quindi nella quiete della frazione Pastina vicino Santa Luce dove trascorse i suoi ultimi giorni circondato dalla bellezza delle colline toscane prima della scomparsa avvenuta recentemente.

Change privacy settings
×