Arrestati tre poliziotti e un cittadino albanese per rapina aggravata a Roma

Tre agenti di polizia e un cittadino albanese arrestati per rapina aggravata a Roma, accusati di aver sfruttato informazioni riservate per pianificare un colpo in un’abitazione.
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Un’inchiesta ha portato all’arresto di tre agenti di polizia e un cittadino albanese, accusati di rapina aggravata. Secondo il giudice Tiziana Coccoluto, gli arrestati avrebbero agito con una pianificazione meticolosa, sfruttando informazioni riservate delle forze dell’ordine. Le indagini hanno rivelato dettagli inquietanti su come i quattro abbiano messo in atto il crimine, sollevando interrogativi sulla fiducia riposta nelle forze dell’ordine.

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I protagonisti dell’operazione criminale

Gli arrestati sono Danilo Barberi, 50 anni; Dario Scascitelli, 42 anni; Matteo Vita, 37 anni; e Erjon Abazi, 33enne albanese. I primi tre sono agenti del II distretto di polizia Salario-Parioli a Roma. Il giudice ha descritto l’operato dei quattro come caratterizzato da una “spregiudicatezza allarmante”, evidenziando la loro capacità di utilizzare il ruolo pubblico per mascherare attività illegali.

L’ordinanza del gip sottolinea che i quattro avrebbero effettuato un sopralluogo prima della rapina utilizzando dati riservati provenienti dalle banche dati delle forze di polizia. Questo aspetto è stato considerato dall’autorità giudiziaria come un’aggravante decisiva nel valutare la gravità dei reati commessi.

Il giudice ha anche messo in luce la potenziale reiterabilità dei reati da parte degli indagati: “Sono individui che potrebbero reiterare reati”, si legge nel provvedimento cautelare. La fiducia riposta dai cittadini nei confronti degli agenti potrebbe essere stata sfruttata per perpetrare ulteriori attacchi simili.

La dinamica della rapina

L’episodio contestato risale al pomeriggio del 27 marzo scorso ed è avvenuto in un’abitazione dove viveva una coppia di origine romena. Mentre l’uomo era sotto la doccia e si verificava un’interruzione della corrente elettrica, la compagna scendeva nel seminterrato per controllare il contatore elettrico quando veniva bloccata da due uomini identificabili come Barberi e Scascitelli.

I due si sono qualificati come agenti della polizia mostrando distintivi e chiedendo permesso per effettuare una finta perquisizione alla ricerca di droga. Poco dopo giungevano sul posto anche Matteo Vita ed Erjon Abazi. In totale erano in quattro a mettere in scena questa operazione fittizia che sarebbe durata quasi due ore.

Durante questo tempo le vittime venivano tenute separate nel salone mentre Barberi sorvegliava attentamente l’ambiente circostante. Gli altri tre approfittavano della situazione per perlustrate l’abitazione fino a raggiungere la camera da letto dove era custodita una cassaforte contenente denaro contante e documentazione personale.

L’esito delle indagini

Le indagini condotte dalla Procura hanno ricostruito con precisione quanto accaduto durante quella drammatica giornata del 27 marzo scorso. Grazie alle testimonianze raccolte è emerso che i malfattori erano riusciti ad appropriarsi di ben 35.900 euro in contanti oltre ad alcuni appunti personali custoditi nella cassaforte.

La Procura ha evidenziato l’importanza del ruolo svolto da Abazi nell’ambito dell’operazione criminale: egli non solo era coinvolto attivamente nella rapina ma aveva instaurato con gli agenti un vero e proprio “connubio criminale”. Domani sono previsti gli interrogatori di garanzia davanti al pubblico ministero e al gip presso il tribunale romano dove gli indagati saranno difesi dai rispettivi legali: Alessandro Onofri e Filippo Bacchetti rappresenteranno i poliziotti mentre Erjon Abazi sarà assistito dall’avvocato Pasqualino Ferrante.

Le autorità continuano a lavorare sull’inchiesta poiché ci potrebbero essere ulteriori sviluppi o collegamenti ad altre azioni criminose simili già verificatesi nella capitale italiana.