Il bonus ristrutturazione è un incentivo fiscale che consente ai contribuenti di ridurre i costi sostenuti per lavori di miglioramento edilizio e risparmio energetico. È fondamentale conservare la documentazione relativa a questi interventi, poiché l’Agenzia delle Entrate può richiederla in qualsiasi momento per verificare il diritto alle detrazioni. Questo articolo fornisce una panoramica dettagliata del bonus ristrutturazione, delle percentuali di sconto applicabili e dei documenti necessari da mantenere.
Che cos’è il bonus ristrutturazione?
Il bonus ristrutturazione rappresenta uno sconto sulle imposte per chi effettua lavori di ristrutturazione o manutenzione nel proprio immobile o in un condominio. La misura prevede una detrazione fiscale ripartita nel tempo su spese fino a 96.000 euro. Ad esempio, se un contribuente spende 40.000 euro per rifare il bagno e la cucina, potrà recuperare il 50% della somma attraverso le tasse negli anni successivi.
Le modalità di rimborso non sono immediate; infatti, l’importo viene restituito tramite riduzioni annuali dell’imposta dovuta fino al raggiungimento della somma totale spettante.
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Le detrazioni previste
Le percentuali di sconto del bonus variano a seconda dell’anno in cui vengono effettuati i lavori:
- Nel 2025 si applica uno sconto del 50% per le prime case.
- Per le seconde case o quelle affittate lo sconto scende al 36%.
- Negli anni successivi , lo sconto rimane al 36% per la prima casa e scende ulteriormente al 30% per altre abitazioni.
Queste variazioni sono importanti da considerare quando si pianificano interventi edilizi, poiché possono influenzare significativamente l’importo finale recuperabile attraverso le detrazioni fiscali.
Chi può accedere al bonus ristrutturazione
Possono beneficiare del bonus tutti coloro che pagano l’Irpef in Italia, anche se non residenti stabilmente nel paese. Tra i soggetti aventi diritto figurano:
- Proprietari dell’immobile.
- Nudi proprietari.
- Usufruttuari.
- Locatari o comodatari.
- Familiari conviventi con proprietario o inquilino.
Inoltre, possono accedere anche soci di cooperative e imprenditori individuali che operano su immobili non utilizzati nell’attività lavorativa. Anche condomini possono richiedere agevolazioni sui lavori effettuati nelle parti comuni degli edifici.
Cosa fare per ottenere il bonus ristrutturazione
Per ottenere il beneficio fiscale è necessario seguire alcune regole specifiche durante la fase dei lavori edili. Prima dell’inizio dei lavori è importante verificare se sia necessaria una comunicazione all’Asl riguardo alla sicurezza nei cantieri; qualora fosse richiesta, deve essere inviata tramite raccomandata con ricevuta di ritorno.
I pagamenti devono avvenire esclusivamente tramite bonifico bancario o postale specificando nella causale:
- Il motivo del pagamento
- Il codice fiscale del beneficiario della detrazione
- Il codice fiscale oppure la partita IVA della ditta esecutrice dei lavori
I pagamenti effettuati in contante o mediante altri metodi non saranno validi ai fini della richiesta del bonus.
Al momento della dichiarazione dei redditi sarà necessario indicare anche i dati catastali dell’immobile oggetto degli interventi ed eventuale contratto d’affitto se presente.
Quali documenti conservare e per quanti anni?
È cruciale conservare tutta la documentazione relativa ai lavori eseguiti: permessi edilizi, fatture delle spese sostenute e autorizzazioni necessarie come Cila o Scia dove richieste dalla normativa vigente.
In assenza di permessi formali basterà fornire una dichiarazione sostitutiva attestante l’inizio dei lavori insieme ad altre informazioni rilevanti come data d’inizio ed eventuale registrabilità catastale dell’immobile interessato dai miglioramenti edilizi.
La documentazione va custodita almeno cinque anni dalla fine del periodo d’imposta durante cui si riceve il beneficio; tuttavia, se si opta per dieci rate annuali, bisognerà conservarla fino a quindici anni complessivi visto che potrebbero esserci controlli da parte dall’Agenzia delle Entrate sul diritto alle agevolazioni fiscali ottenute negli anni precedenti.
Mantenere questa organizzazione permette così di evitare problematiche future legate alla restituzione delle somme ricevute indebitamente con possibili interessi aggiuntivi oltre alle multe previste dalla legge italiana sugli incentivi fiscali legati alla casa.