Condanna a quattro anni per tentata rapina a Muro Leccese: il caso di Gianni Pulimeno

Gianni Pulimeno, 28 anni di Cursi, condannato a quattro anni per tentata rapina a un commercialista e alla moglie nel 2021; il colpevole ha usato una pistola giocattolo.
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Gianni Pulimeno, un 28enne originario di Cursi, è stato condannato a quattro anni di reclusione e al pagamento di una multa di 1.400 euro per la tentata rapina ai danni di un commercialista e della moglie avvenuta nel novembre del 2021. La sentenza è stata emessa dal tribunale di Lecce durante l’udienza odierna, presieduta dal giudice Pietro Baffa con le colleghe Chiara Panico e Roberta Maggio.

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L’aggressione del 23 novembre 2021

La sera del 23 novembre 2021, il commercialista e sua moglie si trovavano nella loro abitazione quando furono affrontati da due individui intenti a compiere una rapina. L’aggressione si rivelò brutale ma il professionista notò che uno dei malviventi brandiva una pistola giocattolo. Questa scoperta lo portò a reagire prontamente, mettendo in fuga i rapinatori che lasciarono la scena senza alcun bottino.

L’episodio ha destato preoccupazione nella comunità locale, evidenziando i rischi legati alla sicurezza domestica. La reazione del commercialista ha dimostrato coraggio in una situazione potenzialmente letale; nonostante l’arma fosse finta, l’impatto psicologico dell’aggressione rimane significativo per le vittime.

Le indagini condotte dai carabinieri

Le indagini sono state affidate ai carabinieri della compagnia di Maglie che hanno lavorato meticolosamente per ricostruire gli eventi della serata. Gli investigatori hanno esaminato i circuiti delle telecamere presenti lungo il tragitto seguito dalle vittime e dai malviventi. Questi filmati sono stati cruciali nell’identificazione dei sospetti.

Un elemento chiave nelle indagini è stato rappresentato da alcuni reperti abbandonati dai fuggitivi: un passamontagna e un guanto lasciati sul luogo dell’aggressione hanno fornito tracce utili agli inquirenti. Grazie all’analisi scientifica su questi oggetti, gli investigatori sono riusciti ad attribuire la responsabilità dell’accaduto a Gianni Pulimeno; tuttavia, il suo complice rimane ignoto.

Il processo e le parti coinvolte

Il processo ha visto come difensore dell’imputato l’avvocato Carlo Viva, mentre le parti civili erano rappresentate dall’avvocato Salvatore Corrado. Durante la fase processuale, la pubblica accusa era guidata dal pubblico ministero Luigi Mastroniani che aveva richiesto una pena più severa rispetto alla condanna finale proposta dalla corte: quattro anni e sei mesi di reclusione.

Pulimeno ha manifestato l’intenzione di valutare un eventuale ricorso in appello non appena saranno disponibili le motivazioni della sentenza emessa oggi dal tribunale salentino. Questo caso mette in luce non solo questioni legali ma anche tematiche più ampie riguardanti la sicurezza personale nelle proprie abitazioni e gli effetti devastanti delle aggressioni violente sulla vita quotidiana delle persone coinvolte.

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