Dieci anni dopo la pubblicazione dell’enciclica “Laudato si’”, il dibattito sull’impatto e l’importanza del documento di Papa Francesco continua a essere attuale. Don Joshtrom Isaac Kureethadam, esperto in filosofia della scienza e direttore dell’Istituto di Scienze sociali e politiche all’Università pontificia salesiana, analizza i progressi compiuti dalla Chiesa nel campo ecologico e le sfide ancora da affrontare.
L’impatto iniziale della Laudato si’
L’enciclica “Laudato si’” ha avuto un forte impatto al momento della sua pubblicazione, specialmente al di fuori dei confini ecclesiali. La comunità scientifica, insieme a movimenti giovanili e altre religioni, ha accolto con entusiasmo il messaggio del Papa. Questo testo è riuscito a combinare rigore morale con una comunicazione chiara ed efficace. Papa Francesco ha saputo dare voce a un’urgenza globale che spesso viene trascurata: la crisi ambientale.
Tuttavia, all’interno della Chiesa cattolica la ricezione è stata più lenta. Sebbene ci sia stata una valorizzazione del documento, non c’è stata una piena accettazione delle sue proposte riguardanti una conversione integrale verso stili di vita più sostenibili. Questa lentezza nella risposta solleva interrogativi sulla capacità della Chiesa di abbracciare completamente il messaggio ecologico contenuto nell’enciclica.
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Le difficoltà nell’accogliere il messaggio ecologico
Don Kureethadam individua due principali ostacoli che frenano l’adozione totale dei principi espressi nella “Laudato si’”. Il primo è culturale: c’è una difficoltà generale nel riconoscere la crisi ecologica come un problema serio e urgente per l’umanità intera. Spesso viene percepita come una questione tecnica o marginale piuttosto che come un tema centrale legato alla vita quotidiana delle persone.
Il secondo ostacolo è spirituale: l’enciclica invita a riscoprire le relazioni fondamentali tra gli esseri umani, la terra e Dio stesso. Questo richiede cambiamenti profondi nelle abitudini quotidiane delle persone piuttosto che semplici gesti simbolici o azioni superficiali.
Il legame tra crisi ambientale e povertà
Un aspetto cruciale sottolineato da Papa Francesco nella sua enciclica è il legame indissolubile tra crisi ambientale e povertà. Il Santo Padre parla del “grido della terra” insieme al “grido dei poveri”, evidenziando come entrambe queste voci provengano da situazioni di ingiustizia sociale ed economica.
I gruppi più vulnerabili sono quelli che subiscono maggiormente gli effetti negativi dell’inquinamento ambientale, degli eventi climatici estremi o della desertificazione. Anche nei Paesi sviluppati questa disuguaglianza emerge chiaramente; i poverissimi continuano ad affrontare le conseguenze dirette delle scelte sbagliate fatte dai più abbienti in termini di consumo energetico o sfruttamento delle risorse naturali.
Cambiare rotta: opportunità per un futuro sostenibile
Nonostante ci siano segnali positivi riguardo alla crescente consapevolezza sui temi ambientali, molte persone continuano a vivere secondo modelli consumistici poco sostenibili. La vera conversione ecologica richiede impegni concreti verso uno stile di vita sobrio ed educativo per le nuove generazioni; questo implica anche rivedere i modelli economici attuali così come quelli pastorali all’interno delle comunità religiose.
In questo contesto nasce la Laudato si’ Action Platform promossa dal Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale; essa mira a tradurre i principi dell’enciclica in azioni concrete attraverso sette settori chiave: famiglie, parrocchie, scuole, università, ordini religiosi, imprese e istituzioni sanitarie. Ogni settore può avviare percorsi pluriennali orientati alla sostenibilità attraverso impegni condivisi su energie rinnovabili, educazione ambientale e giustizia sociale.
Iniziative positive ispirate dalla Laudato si’
Esistono numerose iniziative positive in tutto il mondo ispirate ai principi espressi nella “Laudato si’”. Comunità energetiche locali, orti parrocchiali e programmi educativi rappresentano segni concreti d’impegno collettivo verso uno sviluppo più sostenibile. Diocesi, scuole e ordini religiosi stanno collaborando attivamente per tradurre questi ideali in pratiche quotidiane.
I giovani rivestono un ruolo fondamentale in questo processo grazie alla loro sensibilità rispetto alle questioni dell’ambiente e giustizia sociale. Molti ragazzi scelgono stili di vita coerenti con questi valori, rinunciando anche ad alcune comodità moderne pur di contribuire positivamente al pianeta.
Un approccio teologico all’ecologia
“Laudato si'” non riguarda solo questioni dell’ambiente ma tocca anche aspetti profondamente teologici. Essa invita tutti noi a riscoprire il creato come dono e responsabilità, parte integrante della fede cristiana. Pregare insieme alla natura diventa quindi parte essenziale del percorso spirituale individuale e collettivo.
Papa Francesco sottolinea l’importanza dell’armonia tra uomo e creato: la pace autentica deve includere il rispetto reciproco dell’ambiente circostante; la violenza distrugge non solo vite umane ma anche ecosistemi fragili necessitanti protezione e cura amorevole.
Attese per la COP30 in Brasile
Le aspettative sono alte nei confronti di COP30, prevista in Brasile; dopo il fallimento dei recenti vertici internazionali, potrebbe segnare un nuovo capitolo nel dialogo globale su clima e ambiente. È fondamentale coinvolgere le comunità, i giovani e le chiese affinché possano far sentire la propria voce durante discussioni cruciali per il futuro del nostro pianeta, casa comune; è tempo di scelte responsabili e la speranza concreta è realizzabile se lavoriamo insieme.