Dimissioni nella commissione consultiva per il teatro: protesta contro il declassamento della Fondazione Teatro della Toscana

Tre membri della commissione consultiva per il teatro si dimettono in protesta contro il declassamento della Fondazione Teatro della Toscana, suscitando un acceso dibattito politico e culturale.
Dimissioni nella commissione consultiva per il teatro: protesta contro il declassamento della Fondazione Teatro della Toscana - Socialmedialife.it

Giovedì, tre membri della commissione consultiva per il teatro hanno rassegnato le dimissioni in segno di protesta contro la decisione di declassare la Fondazione Teatro della Toscana. Questo organismo del ministero della Cultura ha il compito di valutare i progetti teatrali che richiedono contributi pubblici. La decisione di ridurre lo status da “teatro nazionale” a “teatro della città” ha sollevato un acceso dibattito politico e culturale, con potenziali ripercussioni economiche significative.

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Il contesto del declassamento

La Fondazione Teatro della Toscana comprende due importanti teatri: La Pergola e Rifredi a Firenze, oltre al Teatro Era di Pontedera in provincia di Pisa. I teatri nazionali ricevono finanziamenti specifici dal ministero, quindi perdere questo status potrebbe comportare una riduzione dei fondi fino al 20%. Sebbene il declassamento non sia ancora ufficiale, le recenti dichiarazioni hanno intensificato le tensioni tra l’amministrazione comunale fiorentina e il governo nazionale.

Le dimissioni dei membri Angelo Pastore, Alberto Cassani e Carmelo Grassi sono arrivate dopo che mercoledì scorso gli altri componenti avevano annunciato la decisione controversa. La commissione è composta da sette membri: tre rappresentanti degli enti locali e quattro nominati dal ministero. I dimissionari hanno sottolineato l’impossibilità di giungere a una valutazione condivisa sui teatri coinvolti.

Le motivazioni delle dimissioni

In una lettera indirizzata al ministero, i tre membri dimissionari hanno definito pretestuose le ragioni addotte dalla maggioranza per giustificare il declassamento del teatro La Pergola. Al momento non è chiaro quali siano queste motivazioni ufficialmente riconosciute; tuttavia, secondo quanto riportato da Repubblica Firenze, si sostiene che il progetto triennale presentato dalla Fondazione sarebbe stato considerato insufficiente.

Inizialmente sembrava che la commissione fosse orientata solo a dare un punteggio inferiore alla Fondazione ma poi si è passati alla drastica misura del declassamento. Questa evoluzione ha spinto Pastore, Cassani e Grassi a dissociarsi dalle decisioni prese dalla maggioranza.

Reazioni politiche al provvedimento

La sindaca di Firenze Sara Funaro ha già annunciato l’intenzione di fare ricorso contro qualsiasi decreto ufficializzato riguardante questo declassamento. Funaro è sostenuta dalla segretaria del Partito Democratico Elly Schlein nel suo tentativo di opporsi alla decisione contestata. Anche Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana ed esponente dello stesso partito politico, ha criticato quella che considera un’impostazione ideologica dietro questa scelta da parte della commissione consultiva.

Attualmente in Italia ci sono sette teatri nazionali riconosciuti situati in diverse regioni come Torino ed Emilia-Romagna fino a Napoli e Roma. Questi teatri sono considerati centri d’eccellenza sia sul piano nazionale che internazionale e accedono ai finanziamenti tramite il Fondo unico per lo spettacolo , essenziale per garantire la loro operatività annuale.

Le dinamiche interne alla Fondazione Teatro della Toscana

A gennaio tutti i teatri finanziati devono presentare rendicontazioni annuali dettagliate insieme alle previsioni future relative ai fondi ricevuti negli anni precedenti. Ogni triennio avviene una valutazione complessiva basata su parametri specifici; quest’anno sembra che La Pergola abbia subito un calo significativo nei punteggi rispetto agli anni passati.

Questa vicenda non riguarda solo numerose questioni amministrative ma affonda radici in conflitti politici più ampi iniziati mesi fa con nomine strategiche all’interno dell’ente teatrale fiorentino. A gennaio Funaro aveva scelto Stefano Massini come nuovo direttore artistico; Massini vanta una carriera prestigiosa culminata con premi internazionali come il Tony Award nel 2022 per “The Lehman Trilogy”. Tuttavia questa nomina non era stata ben vista dal governo centrale guidato dal sottosegretario Gianmarco Mazzi .

La situazione si è ulteriormente complicata quando Marco Giorgetti è stato rimosso dall’incarico dopo dieci anni come direttore generale; Giorgetti godeva dell’appoggio trasversale anche tra i partiti avversari ed era visto favorevolmente anche dal ministro Alessandro Giuli riguardo alle sue competenze gestionali nell’ambito culturale toscano.

Massini stesso ha espresso indignazione verso quanto accaduto definendo gli eventi recenti «una pagina gravissima» nella storia teatrale italiana mentre Fratelli d’Italia attribuisce le responsabilità alle scelte fatte dall’amministratrice comunale Funaro parlando però anche dell’importanza dei criteri tecnici adottati nella valutazione di questi enti culturali.

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