Federica Pezzoni, giovane insegnante e scrittrice trentina, ha presentato il suo primo saggio “Musicarpia. Guida femminista per una musica collettiva e sovversiva” all’ultima edizione del Salone internazionale del libro di Torino. Il testo affronta la questione della disparità di genere nel mondo musicale, sia sul palco che dietro le quinte. Attraverso la sua esperienza personale e professionale, Pezzoni offre uno spaccato delle difficoltà che le donne devono affrontare nell’industria musicale.
L’emozione della prima presentazione al Salone
Per Federica Pezzoni è stata un’esperienza unica quella di presentare il suo libro al Salone del libro. La giovane autrice ha descritto l’atmosfera caotica ma divertente dell’evento, dove ha avuto l’opportunità non solo di parlare della sua opera ma anche di condividere il palco con tre amiche cantautrici: Irene Buselli, Vea e Giorgieness. Questo gesto rappresenta per lei un’importante forma di solidarietà tra artiste. “Credo sia fondamentale passare il microfono quando si ha l’opportunità,” afferma Pezzoni, sottolineando come la condivisione degli spazi possa contribuire a creare una maggiore visibilità per le donne nel settore musicale.
Il suo saggio è stato commissionato da una piccola casa editrice indipendente dopo che i suoi lavori sulla musica e il femminismo avevano attirato attenzione sui social media. Utilizzando Instagram come piattaforma per diffondere dati e riflessioni sulle tematiche legate al genere nella musica, Federica ha iniziato a esplorare queste questioni in modo più approfondito dopo aver discusso la sua tesi sulle cantautrici durante gli studi universitari.
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Contenuti chiave del saggio “Musicarpia”
Nel suo lavoro, Pezzoni analizza cosa significhi realmente parlare di “musica collettiva e sovversiva“. Secondo lei viviamo in un contesto individualista dove spesso ci si concentra solo sul proprio successo personale piuttosto che su quello collettivo. Questa visione limitata ostacola i cambiamenti necessari all’interno dell’industria musicale.
Pezzoni mette in evidenza come il settore sia caratterizzato da precarietà lavorativa e mancanza di tutele adeguate per gli artisti. Inoltre sottolinea l’assenza riconosciuta dei musicisti come categoria professionale ufficiale; senza questo senso d’appartenenza è difficile migliorare le condizioni lavorative generali.
La definizione “sovversiva” si riferisce alla necessità urgente di mettere in discussione lo status quo esistente nell’industria musicale; cambiare richiede coraggio ed è spesso ostacolato da chi beneficia delle attuali dinamiche dominanti.
Stato attuale della parità nel mondo musicale
Pezzoni non nasconde le difficoltà ancora presenti riguardo alla parità di genere nel mondo della musica italiana ed internazionale. I dati mostrano chiaramente una disparità numerica significativa tra uomini e donne nei vari ambiti musicali: dai concerti alle posizioni decisionali nelle case discografiche fino ai festival musicali.
Le problematiche sono molteplici; ad esempio la presenza femminile viene spesso associata a criteri estetici piuttosto che professionali o artistici veri e propri. Le donne sono frequentemente valutate sulla base dell’aspetto fisico o delle capacità vocali gradevoli agli occhi maschili anziché sul loro talento complessivo o sulla loro professionalità.
Inoltre esistono pregiudizi radicati secondo cui le artiste porterebbero meno pubblico rispetto ai colleghi maschi; questa convinzione contribuisce a favorire progetti musicalmente dominati dagli uomini mentre situazioni spiacevoli come molestie rimangono invisibili all’interno dell’ambiente prevalentemente maschile.
Possibili strategie per ripensare il sistema
Secondo Federica Pezzoni è cruciale iniziare un percorso educativo volto a sensibilizzare tutti sui temi legati alla disparità di genere nella musica fin dalla giovane età. Il suo obiettivo con “Musicarpia” è informare lettori su quanto accade realmente oggi nel settore musicale mentre propone idee concrete su come avviare cambiamenti significativi insieme ad altri artisti ed operatrici del campo culturale.
Riconoscere i problemi strutturali esistenti permette anche alle nuove generazioni d’artiste d’avere modelli diversi rispetto agli stereotipi tradizionali imposti dalla società sessista contemporanea; incoraggiare bambine ad aspirare a ruoli diversificati può contribuire notevolmente alla creazione d’un ambiente più inclusivo in futuro.