Donald Trump si trova nuovamente al centro delle polemiche, questa volta per un ordine esecutivo che solleva interrogativi sulla privacy e sull’uso dei dati personali da parte del governo. Mentre cerca di gestire le critiche legate alle sue politiche economiche, il presidente affronta accuse di voler creare un sistema simile a quello descritto nel romanzo “1984” di George Orwell. L’ordine emesso a marzo ha suscitato preoccupazioni tra esperti e attivisti sui diritti civili.
L’ordine esecutivo e la raccolta dei dati
A marzo 2025, Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo poco noto ma significativo, richiedendo a tutte le amministrazioni federali di raccogliere i dati in loro possesso in un unico database. Questo progetto è stato affidato all’analisi della società Palantir, fondata da Peter Thiel, noto sostenitore del presidente e figura chiave nel settore tecnologico. I dati coinvolti comprendono informazioni fiscali, previdenziali, sanitarie e scolastiche degli americani.
La Casa Bianca ha giustificato l’iniziativa come una misura per migliorare l’efficienza delle procedure amministrative. Tuttavia, esperti in materia di privacy avvertono che tale concentrazione di informazioni potrebbe portare a gravi abusi. La possibilità che il governo utilizzi questi dati per monitorare i cittadini o colpire avversari politici è stata messa in evidenza da numerosi analisti.
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Critici dell’iniziativa temono anche una perdita generalizzata della fiducia pubblica nei confronti delle istituzioni governative. Se gli individui percepiscono il rischio che i loro dati possano essere utilizzati contro di loro o manipolati dal governo, potrebbero decidere di non fornire più informazioni personali o addirittura alterarle.
Le preoccupazioni degli ex dipendenti Palantir
Le preoccupazioni riguardo alla gestione dei dati non provengono solo dagli esperti esterni ma anche da ex dipendenti della stessa Palantir. Una dozzina di lavoratori hanno lasciato l’azienda denunciando ordini interni che metterebbero a rischio la sicurezza dei risultati analitici ottenuti attraverso la raccolta massiva dei dati governativi.
Queste denunce hanno spinto diverse organizzazioni per i diritti civili ad agire legalmente contro quella che definiscono una “raccolta indiscriminata” delle informazioni personali degli americani. Tali azioni legali mirano a fermare ciò che considerano una violazione della privacy e potenzialmente dannosa per la democrazia americana.
Il dibattito su questo tema si fa sempre più acceso mentre gruppi libertari all’interno del movimento MAGA iniziano a mettere in discussione le politiche adottate dal presidente Trump riguardo alla sorveglianza elettronica massiva. Questi sostenitori avevano inizialmente appoggiato il presidente nella sua lotta contro quello che lui stesso definisce “deep state”, ma ora si chiedono se ci sia qualcosa di più profondo rispetto alla semplice opposizione politica: ovvero la creazione sistematica di un database elettronico su scala nazionale.
Il ruolo controverso di Peter Thiel
Con Elon Musk fuori dai giochi politici attivi e Trump sotto pressione crescente, l’attenzione si sposta su Peter Thiel come figura centrale nell’intersezione tra tecnologia e politica conservatrice negli Stati Uniti. Thiel ha sempre avuto un rapporto stretto con Trump ed è visto come uno degli architetti dell’allineamento tra il mondo tech orientato a destra e le politiche trumpiane.
La sua azienda Palantir è nota per lavorare con enti governativi nella classificazione ed analisi di informazioni sensibili; tuttavia ora viene vista con crescente scetticismo dalla comunità pubblica ed accademica proprio perché coinvolta in questo progetto controverso voluto dall’amministrazione Trump.
Mentre gli sviluppi continuano ad evolversi rapidamente nel panorama politico americano post-Trumpismo, rimane incerto quale sarà l’impatto finale sul futuro della privacy individuale negli Stati Uniti, così come sulla fiducia nelle istituzioni governative stesse.