Eight Mile Style, la casa discografica fondata da Eminem, ha avviato un’azione legale contro Meta, la società madre di Facebook, Instagram e WhatsApp. La causa è stata intentata per presunta violazione del copyright riguardante la musica del rapper. Secondo i documenti presentati in una Corte del Michigan e riportati da Rolling Stone, Meta avrebbe distribuito le registrazioni musicali senza le necessarie licenze.
Dettagli della causa legale
La denuncia evidenzia che nonostante Eight Mile Compositions non abbia concesso alcuna licenza a Meta, le sue registrazioni sono state utilizzate in milioni di video sulle piattaforme social dell’azienda. Questi contenuti visivi avrebbero accumulato miliardi di visualizzazioni nel tempo. I legali di Eight Mile Style sostengono che questa situazione rappresenta una violazione continua e pluriennale dei diritti d’autore.
Nel documento legale si sottolinea come l’operato di Meta possa essere visto come un tentativo sistematico di sfruttare il lavoro creativo degli artisti musicali per ottenere profitti economici significativi a favore dei propri dirigenti e azionisti. L’accusa è particolarmente grave considerando il valore commerciale dell’azienda, stimato attorno al trilione di dollari.
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Il patrimonio musicale sotto accusa
Eight Mile Style detiene i diritti su circa 243 canzoni pubblicate da Eminem tra il 1995 e il 2005. Tra queste ci sono brani iconici come “Lose Yourself” e “The Real Slim Shady”. La casa discografica sostiene che l’utilizzo non autorizzato delle loro opere comporta danni significativi.
Nella richiesta risarcitoria presentata in tribunale, Eight Mile Style chiede un indennizzo pari a 109 milioni di dollari, corrispondente a circa 150 mila dollari per ogni brano coinvolto nella controversia. Questa cifra riflette non solo l’entità delle violazioni ma anche l’importanza culturale delle canzoni in questione nel panorama musicale contemporaneo.
Implicazioni per il settore musicale
La causa tra Eight Mile Style e Meta potrebbe avere ripercussioni significative sul settore musicale più ampio. Se dovesse risultare vincente per la casa discografica, potrebbe stabilire un precedente importante riguardo ai diritti d’autore nelle piattaforme digitali. Le aziende tecnologiche potrebbero trovarsi costrette a rivedere le loro politiche relative all’utilizzo della musica protetta da copyright sui social media.
Inoltre, questo caso riaccende il dibattito sulla giusta remunerazione degli artisti nell’era digitale dove spesso si verifica una disparità tra i profitti generati dalle piattaforme online e quelli riconosciuti agli autori delle opere artistiche utilizzate.
L’esito della causa sarà attentamente monitorato dagli operatori del settore poiché potrebbe influenzare future trattative sui diritti d’autore fra case discografiche ed aziende tecnologiche operanti nel campo dei contenuti multimediali online.