Guerrino Casamonica, esponente del clan romano, è morto a 59 anni: funerali in forma privata

Guerrino Casamonica, 59 anni, è deceduto a Roma. La Questura ha disposto funerali privati per evitare ostentazioni legate alla criminalità organizzata, dopo polemiche sui riti del passato della famiglia.
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Martedì mattina, Guerrino Casamonica è deceduto all’età di 59 anni presso un ospedale di Roma. Appartenente all’omonima famiglia nota per la sua influenza nella capitale, la sua morte ha sollevato preoccupazioni riguardo ai funerali che si svolgeranno mercoledì. La Questura di Roma ha disposto che le esequie si tengano in forma privata a causa delle tradizioni ostentate dalla famiglia nel passato.

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Funerali in forma privata

La decisione della Questura di Roma di limitare i funerali a una cerimonia riservata è stata comunicata ai familiari e all’agenzia funebre incaricata. Questa misura è stata adottata considerando il comportamento passato della famiglia Casamonica durante i riti funebri. In particolare, dieci anni fa, il funerale di Vittorio Casamonica era stato caratterizzato da un vero e proprio spettacolo: carrozza trainata da cavalli, musica de Il Padrino e petali di rosa sparsi lungo il percorso. Tali manifestazioni avevano suscitato polemiche per l’evidente ostentazione legata alla criminalità organizzata.

La Questura ha evidenziato come eventi simili abbiano generato turbative dell’ordine pubblico e percezioni negative riguardo al modus vivendi improntato sull’illegalità da parte dei membri del clan. Pertanto, l’autorità ha ritenuto opportuno adottare misure preventive per evitare situazioni problematiche durante le esequie.

La vita e le condanne

Guerrino Casamonica era nato nel 1966 a Marta, un comune in provincia di Viterbo. Negli ultimi anni della sua vita aveva affrontato gravi problemi di salute ed era stato ricoverato per una malattia seria. Nel corso degli anni aveva accumulato una lunga lista di precedenti penali legati ad attività criminose associate al clan familiare.

Nel giugno del 2017 fu arrestato insieme ad altri tre membri del suo clan con l’accusa di aver sequestrato due uomini – un colombiano e un romano – con l’intento estorcere loro denaro. Questo episodio portò alla condanna a oltre undici anni di carcere per sequestro a scopo estorsivo e lesioni personali.

Successivamente, nel luglio del 2021 fu nuovamente condannato a dieci anni e due mesi per associazione mafiosa, estorsione, usura ed intestazione fittizia dei beni. Questa sentenza venne confermata anche in appello nel dicembre del 2022.

Le indagini su Guerrino Casamonica hanno messo in luce non solo la sua posizione all’interno dell’organizzazione criminale ma anche i legami con altre attività illegali diffuse nella capitale italiana. Le forze dell’ordine hanno lavorato incessantemente negli ultimi decenni per smantellare il potere economico della famiglia attraverso operazioni mirate che hanno portato alla confisca dei beni accumulati illegalmente dal clan.

Patrimonio confiscato al clan

Nel contesto delle operazioni contro il clan Casamonica sono stati confiscati beni significativi tra cui gioielli preziosi, ville sfarzose ed auto costose dal valore complessivo stimabile intorno ai tre milioni di euro. Queste azioni rappresentano uno sforzo concreto delle autorità italiane nell’affrontare la criminalità organizzata presente sul territorio romano.

Il patrimonio accumulatosi attorno alla figura dei membri della famiglia dimostra come queste organizzazioni riescano spesso ad infiltrarsi nell’economia locale creando reti complesse basate su illegalità sistematica ed intimidazione nei confronti degli imprenditori onesti.

La morte recente di Guerrino Casamonica segna quindi non solo la fine della vita personale ma anche un capitolo significativo nella storia recente delle dinamiche mafiose romane che continuano ad essere monitorate dalle autorità competenti.

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