I detenuti di Rebibbia dedicano un numero speciale a Papa Francesco: un messaggio di speranza

Il periodico “Non tutti sanno” dei detenuti di Rebibbia celebra Papa Francesco, evidenziando il suo impegno per i reclusi e le sfide del sistema penitenziario italiano attraverso testimonianze e iniziative culturali.
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Il periodico “Non tutti sanno”, realizzato dai detenuti della Casa di Reclusione di Rebibbia, ha recentemente pubblicato un numero speciale dedicato a Papa Francesco. Questo progetto, coordinato dal giornalista Roberto Monteforte, è tornato in edicola dopo una lunga attesa per il rinnovo del “nulla osta” da parte dell’ufficio stampa del ministero della Giustizia. La nuova pubblicazione celebra la figura del Pontefice argentino e il suo costante impegno verso i reclusi, richiamando l’attenzione sulle condizioni delle persone detenute e sull’importanza della speranza.

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Un tributo al Papa

La copertina del notiziario è interamente dedicata a Papa Francesco, che ha dimostrato una particolare sensibilità nei confronti dei detenuti. Tre giorni prima della sua morte, il Pontefice si era recato nel carcere romano di Regina Coeli per celebrare il Giovedì Santo. Durante questa visita significativa, aveva espresso la sua volontà di essere vicino ai reclusi con parole toccanti: “Voglio essere vicino a voi”. Questo gesto ha rappresentato non solo un momento spirituale ma anche un forte segnale di solidarietà verso chi vive in condizioni difficili.

Nel numero attuale de “Non tutti sanno”, i detenuti ricordano l’apertura della Porta Santa al Nuovo Complesso di Rebibbia come uno degli eventi più significativi legati alla presenza del Papa nelle carceri italiane. Tuttavia, viene messa in evidenza anche la contraddizione tra i riconoscimenti ricevuti da Francesco e l’inadeguatezza delle risposte istituzionali alle sue richieste per migliorare le condizioni dei ristretti. Nonostante gli appelli rivolti ai potenti affinché si facciano passi concreti verso una maggiore umanità nel sistema penitenziario, molti dei suoi inviti sono rimasti inascoltati.

Le testimonianze dolorose

Il notiziario non si limita ad analizzare le parole e gli atti del Pontefice; include anche testimonianze drammatiche che raccontano la disperazione vissuta all’interno delle mura carcerarie. Viene citata la tragica storia di Gianluca e Elena, due vittime dell’attuale sistema penitenziario italiano che hanno scelto il suicidio come unico modo per sfuggire alla sofferenza quotidiana. Questi episodi mettono in luce quanto sia urgente affrontare le problematiche legate al sovraffollamento carcerario e alle scarse opportunità offerte ai detenuti.

L’editoriale sottolinea come spesso ci siano aperture all’arte nelle carceri senza però accompagnarle con gesti concreti volti a migliorare le vite dei reclusi. La voce dei detenuti diventa così fondamentale per far emergere queste realtà nascoste e dare visibilità alle loro esperienze.

Diritto all’informazione dalla realtà ristretta

Un tema centrale affrontato nel periodico è quello relativo al diritto costituzionale all’informazione proveniente dalle realtà detentive. L’articolo scritto dalla direttrice della rivista Ristretti Orizzonti, Ornella Favero, insieme al presidente emerito della Corte Costituzionale Giovanni Maria Flick, evidenzia come “la Costituzione non ammette censura”. Questo richiamo serve a sottolineare l’importanza dell’accesso alle informazioni riguardanti la vita carceraria sia per i familiari degli incarcerati sia per l’opinione pubblica.

Inoltre vengono presentate riflessioni sulla legalità attraverso contributi da parte di docenti e studenti provenienti da diversi istituti scolastici esterni alla struttura penitenziaria; ciò rappresenta un’opportunità preziosa per creare ponti tra chi vive dentro le prigioni e chi sta fuori.

Eventi significativi nella Casa Reclusione

Il numero include anche cronache su eventi recentissimi tenutisi presso la Casa Reclusione Rebibbia che hanno coinvolto direttamente i detenuti nella cultura letteraria ed enogastronomica italiana. Tra questi spicca l’incontro con lo scrittore Matteo Martone nell’ambito dell’iniziativa “adottiamo uno scrittore”, dove sono stati discussi temi legati alla narrativa contemporanea italiana attraverso il suo romanzo “Assolutamente non portatemi a Caserta”.

In aggiunta si segnala la presentazione de “La Dieta Mediterranea”, organizzata dall’istituto alberghiero locale in collaborazione con sponsor esterni ed enti locali; durante questo evento sono state preparate ricette tipiche dagli studenti stessi sotto forma di degustazioni culinarie aperte agli ospiti esterni – creando così occasioni concrete d’interazione sociale tra mondo interno ed esterno rispetto alla vita detentiva quotidiana.

Queste iniziative mostrano chiaramente come sia possibile promuovere momenti formativi utilissimi ai fini professionali ma soprattutto umani all’interno delle strutture penitenziarie italiane.

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