Un recente rapporto pubblicato a settembre 2024 dall’Osservatorio Europeo dell’Audiovisivo ha rivelato che i film rappresentano solo il 13% del tempo totale trascorso davanti alla televisione nei paesi dell’Unione Europea. L’analisi, che ha esaminato oltre 85.000 trasmissioni su 142 canali TV di 18 Stati membri, offre uno spaccato interessante sulle abitudini di visione degli europei e sull’impatto delle produzioni cinematografiche nel panorama televisivo.
La marginalità del cinema rispetto ad altri contenuti
I risultati dello studio evidenziano una realtà ben consolidata: il cinema in TV occupa una posizione marginale rispetto ad altre forme di intrattenimento come programmi informativi e serie televisive. Nonostante ciò, i film europei riescono a ritagliarsi uno spazio significativo all’interno della programmazione. Infatti, sebbene l’offerta sia dominata da titoli statunitensi, le produzioni nazionali continuano a mantenere un’importante presenza.
Secondo i dati raccolti, i film prodotti nell’Unione Europea costituiscono il 33% delle trasmissioni totali dedicate ai film e rappresentano il 41% del tempo complessivo di visione dei film in TV. Questo suggerisce che quando un film europeo viene trasmesso, tende ad attirare l’attenzione degli spettatori per periodi più lunghi rispetto ai titoli provenienti da altre aree geografiche.
La questione dei contenuti non theatrical
Il quadro si complica ulteriormente se si considera la tipologia di produzioni trasmesse. Ben il 30% delle trasmissioni riguarda infatti opere non theatrical, ovvero quei titoli mai distribuiti nelle sale cinematografiche o specificamente realizzati per la televisione. Questi contenuti sono spesso commissionati dai broadcaster e includono una vasta gamma di documentari e fiction televisive.
Quando si analizzano esclusivamente i film usciti nelle sale cinematografiche, la performance dei titoli europei diminuisce notevolmente; infatti, le opere theatrical europee rappresentano solo il 26% del tempo totale dedicato alla visione dei film in TV. Questo dato mette in luce come le preferenze degli spettatori siano influenzate dalla disponibilità e dalla promozione delle opere locali.
Il predominio delle produzioni nazionali
All’interno della galassia europea è evidente che le produzioni nazionali esercitano un forte dominio sia per numero di trasmissioni sia per tempo di visione accumulato. Le opere autoctone tendono a sovrastare quelle “non nazionali”, con differenze significative tra vari paesi dovute a fattori culturali e linguistici.
In alcune nazioni come Austria o Belgio, la vicinanza linguistica con stati confinanti favorisce la circolazione dei titoli provenienti da Germania o Francia; al contrario, altrove l’interesse rimane fortemente concentrato sui prodotti locali. Un altro dato interessante riguarda i film britannici: pur non essendo più parte dell’UE dopo Brexit, continuano a costituire una quota rilevante nel consumo televisivo europeo con il 6% delle trasmissioni totali ed il 5% del tempo dedicato alla loro visione.
Confronto tra cinema tradizionale e streaming
Lo studio offre anche un confronto tra le performance dei films nei contesti tradizionali ed online . I risultati mostrano chiaramente che i films theatrical europei ottengono migliori risultati al botteghino rispetto alle loro controparti televisive ma faticano sulle piattaforme streaming dove dominano nettamente le produzioni americane insieme all’offerta “pan-europea” che tende ad uniformare gusti culturali e linguistici tra gli utenti.
Infine emergono due eccezioni degne di nota: innanzitutto i films europei risultano essere più visti durante la prima serata piuttosto che in altre fasce orarie; inoltre, i documentari prodotti in Europa registrano risultati superiori rispetto agli altri generi di intrattenimento sia per numero di trasmissione sia per durata della visione complessiva.