Il cardinale Koovakad prende possesso della diaconia di Sant’Antonio a Roma

Il cardinale George Koovakad ha preso possesso della diaconia di Sant’Antonio a Roma, sottolineando l’importanza del dialogo interreligioso e il legame con Papa Francesco durante la celebrazione liturgica.
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Il cardinale George Koovakad ha ufficialmente preso possesso della diaconia di Sant’Antonio di Padova a Circonvallazione Appia, in un evento che coincide con la memoria liturgica del santo predicatore francescano. Durante la celebrazione, il porporato indiano ha condiviso riflessioni sul suo legame con Papa Francesco e l’importanza del dialogo interreligioso.

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La cerimonia e il messaggio ai fedeli

La Messa per la presa di possesso è stata presieduta dal cardinale Koovakad, accompagnato da diversi confratelli cardinali, tra cui Claudio Gugerotti e Edgar Peña Parra. L’evento si è svolto nella parrocchia situata nel sud-est di Roma ed è stato caratterizzato da una forte partecipazione della comunità locale. Il cardinale ha espresso il desiderio di essere uno strumento di comunione per i fedeli e i sacerdoti della parrocchia, sottolineando l’importanza del legame con Papa Leone XIV.

Nella sua omelia, Koovakad ha ricordato come Papa Francesco lo abbia sempre ispirato attraverso la sua umiltà e attenzione verso le persone più vulnerabili. Ha descritto il Pontefice scomparso come un modello esemplare che si preoccupava delle minoranze cristiane in tutto il mondo. “La sua presenza era un conforto per molti”, ha affermato il cardinale, evidenziando come Bergoglio fosse sempre vicino ai malati e agli anziani.

L’evento non solo celebra l’ingresso ufficiale del nuovo prefetto del Dicastero per il Dialogo Interreligioso nella comunità romana, ma rappresenta anche un momento significativo nel contesto ecclesiale attuale. La figura del cardinale Koovakad emerge come punto d’incontro tra diverse culture religiose, promuovendo una visione inclusiva all’interno della Chiesa cattolica.

Riflessioni su sant’Antonio e sulla missione ecclesiale

Durante la celebrazione, Koovakad ha richiamato alla mente le gesta storiche di sant’Antonio da Padova, molto venerato anche nel Kerala, sua terra natale. Ha citato l’episodio iconico della predica ai pesci come simbolo dell’impegno profetico necessario in tempi difficili. Questo gesto diventa quindi una metafora significativa per invitare i cristiani ad uscire dalla propria zona comfort per servire gli altri.

Il porporato ha anche fatto riferimento al messaggio centrale dell’insegnamento papale: “Uscire da noi stessi” è fondamentale per costruire relazioni significative con le persone che ci circondano. In questo senso, sia sant’Antonio che Papa Francesco hanno incarnato questa chiamata all’azione concreta nei confronti delle necessità altrui.

Inoltre, durante la cerimonia sono stati presenti numerosi membri della Chiesa Siro-Malabarese insieme a familiari del cardinale stesso; ciò sottolinea ulteriormente l’importanza dell’unione tra diverse tradizioni religiose sotto l’egida cattolica.

Biografia e percorso ecclesiastico del cardinale Koovakad

George Koovakad nasce a Chethipuzha in India nel 1973 ed è ordinato sacerdote nel 2004 dopo aver completato gli studi in Diritto canonico. Dopo alcuni anni trascorsi presso varie Nunziature apostoliche in Algeria, Corea ed Iran, tra gli altri paesi, entra definitivamente nella Segreteria di Stato dove si occupa degli Affari Generali dal 2020.

Nel 2021 viene scelto da Papa Francesco come organizzatore dei viaggi apostolici; un incarico che lo porta a visitare diciotto nazioni portando avanti iniziative volte alla promozione dei diritti umani e alla difesa delle minoranze religiose globalmente perseguitate.

Il suo recente passaggio al rango cardinalizio avviene durante il Concistoro dello scorso dicembre; poco prima aveva ricevuto anche l’incarico episcopale titolare presso Nisibi dei Caldei. Con queste nomine assume ora anche responsabilità dirette riguardanti le dinamiche interreligiose contemporanee, mantenendo comunque competenze sui viaggi papali già acquisite negli anni precedenti.

Queste tappe segnano non solo una carriera ecclesiastica ricca, ma testimoniano pure quanto sia cruciale oggi più che mai lavorare insieme verso obiettivi comuni nell’ambito religioso globale.

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