Il teatro in dialetto lucano rappresenta una forma d’arte viva e vibrante, capace di mescolare comicità e cultura popolare. In Basilicata, il vernacolo non è solo una lingua, ma un modo di esprimere emozioni e raccontare storie. Questo articolo esplora le figure emblematiche del panorama teatrale lucano, come Gigino Labella, Dino Bavusi, Antonio Infantino e il trio “La Ricotta“, che hanno contribuito a mantenere viva la tradizione del teatro vernacolare.
Gigino Labella: un’icona della comicità potentina
Gigino Labella è stato uno dei volti più amati del teatro dialettale a Potenza. La sua presenza scenica era sufficiente per far scoppiare le risate nel pubblico ancor prima che pronunciasse la prima battuta. Con una mimica straordinaria e un’espressività unica, riusciva a comunicare senza parole; bastava guardarlo per ridere. Le sue performance si svolgevano spesso al Teatro Due Torri durante eventi come il Maggio Potentino, dove l’atmosfera era carica di attesa.
Labella incarnava lo spirito della commedia lucana con il suo stile diretto ed efficace. Non ricorreva mai alla volgarità; sapeva dosare le battute con intelligenza, colpendo nel segno senza oltrepassare i limiti del rispetto verso il pubblico. La sua capacità di intrattenere si rifletteva anche nella partecipazione attiva degli spettatori: molti arrivavano al teatro con piatti tipici da condividere durante lo spettacolo.
La figura di Gigino ha lasciato un’impronta indelebile nella memoria collettiva dei potentini; la sua eredità vive nei modi di dire locali e nelle risate che continuano ad accompagnare i momenti difficili della vita quotidiana. Anche se oggi non è più presente fisicamente sulla scena teatrale, il suo spirito continua a brillare attraverso le generazioni successive.
Dino Bavusi: il custode del vernacolo
Dino Bavusi rappresenta un altro pilastro fondamentale della commedia potentina. Considerato quasi un sacerdote del vernacolo locale, ha dedicato la sua vita alla promozione delle tradizioni teatrali in dialetto stretto potentino. Ogni anno porta sul palco nuove opere scritte da lui stesso o rivisitazioni classiche che mantengono viva l’essenza culturale della regione.
Bavusi ha sempre difeso strenuamente la lingua locale come simbolo identitario; per lui ogni parola recitata sul palco racchiude storie di vita quotidiana fatte di esperienze genuine legate ai vicoli delle città lucane. La sua comicità riesce ad arrivare dritta al cuore degli spettatori grazie alla capacità di affrontare temi universali attraverso situazioni familiari.
Le rivalità con altri comici locali sono diventate leggendarie nel panorama teatrale regionale; dopo aver collaborato con Gigino Labella in gioventù ed essersi separati per divergenze artistiche – persino su questioni bizzarre come le mutande da indossare – ha dato vita a una competizione fruttuosa che ha arricchito l’offerta culturale potentina negli anni successivi.
Oggi Dino continua a calcare i palcoscenici regionali portando avanti progetti innovativi pur rimanendo fedele alle radici linguistiche e culturali della Basilicata.
La Ricotta: un trio comico dal successo travolgente
Il gruppo cabaret “La Ricotta” ha saputo conquistarsi uno spazio importante nel panorama nazionale grazie alla loro originalità nell’approccio comico legato al dialetto lucano. Composto da Tonino Centola, Peppe Centola e Mario Ierace, questo trio è emerso dalla scena locale fino ad approdare sul prestigioso palco dello Zelig a Milano.
Con umorismo fresco ed energico hanno portato sul palco storie quotidiane trasformandole in sketch esilaranti capaci di coinvolgere anche chi non conosceva il dialetto lucano ma apprezzava comunque l’ironia genuina delle loro performance. Hanno saputo adattarsi ai vari contesti senza mai perdere autenticità né qualità artistica; ogni spettacolo diventa così un viaggio tra situazioni paradossali vissute nella loro terra natia mescolando elementi folkloristici con tematiche moderne.
La Ricotta dimostra che ridere può essere anche sinonimo d’identificazione culturale profonda; attraverso battute pungenti riescono sempre ad affrontare argomenti delicati senza cadere nel cinismo o nell’offesa gratuita – qualità rara nel mondo dello spettacolo contemporaneo italiano.
Antonio Infantino: l’artista poliedrico dell’anima lucana
Antonio Infantino è stato molto più che un semplice musicista o attore; egli incarna l’essenza stessa dell’identità culturale basilicatese grazie alle sue canzoni evocative cariche d’emozione profonda unite all’impegno sociale costante manifestatosi fin dai suoi inizi artistici fino agli ultimi concerti tenuti prima della scomparsa avvenuta qualche anno fa.
Fondatore de “I Tarantolati Di Tricarico”, gruppo musicale noto per aver riportato alla ribalta la tarantella rendendola accessibile anche alle nuove generazioni, Infantino utilizzava melodie tradizionali reinterpretandole secondo stili moderni creando così ponti tra passato, presente e futuro. I suoi brani parlavano spesso dei temi socialmente rilevanti, raccontando storie vere attraverso melodie accattivanti.
Un artista umile ma determinato, capace sempre trasmettere passione e amore verso ciò che faceva; oggi rimane vivo nei cuori degli ascoltatori poiché ogni nota suonata riecheggia ancora forte dentro ognuno di noi.
Questa panoramica sulle figure iconiche del teatro vernacolare ci mostra quanto sia importante preservarne memoria affinché continui a vivere nelle generazioni future.