Il telescopio Euclid scopre nuovi pianeti galleggianti nella Nube Molecolare del Toro

Il telescopio Euclid ha scoperto nove esopianeti gassosi che vagano liberamente nello spazio, offrendo nuove prospettive sulla formazione planetaria e le dinamiche delle nubi molecolari.
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Il telescopio spaziale Euclid, progettato per indagare la materia e l’energia oscura, ha recentemente rivelato la presenza di nuovi pianeti che si muovono liberamente nello spazio. I dati raccolti nel primo anno di attività hanno portato alla scoperta di nove esopianeti, il cui misterioso comportamento suscita l’interesse della comunità scientifica.

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La tipologia dei pianeti liberamente galleggianti

Una delle scoperte più affascinanti effettuate dal telescopio Euclid riguarda i cosiddetti “free floating planets“, ovvero pianeti che non orbitano attorno a una stella ma vagano autonomamente nello spazio. Questi corpi celesti sono principalmente gassosi e rappresentano un enigma per gli astronomi: non è chiaro se si siano formati in modo diverso rispetto agli altri esopianeti o se abbiano originariamente orbitato attorno a una stella prima di essere espulsi.

Recentemente, il telescopio ha identificato nove oggetti con massa simile a quella di Giove all’interno della Nube Molecolare del Toro. Questi oggetti non sono legati gravitazionalmente a nessuna stella e si muovono liberamente nella regione. La loro origine rimane incerta; potrebbero essere stati creati in condizioni particolari o potrebbero essersi distaccati da sistemi stellari durante eventi catastrofici.

La scoperta dei free floating planets offre nuove opportunità per comprendere meglio la formazione planetaria e le dinamiche delle nubi molecolari. Gli scienziati ipotizzano che dozzine di questi pianeti possano esistere all’interno della Nube del Toro, rendendo necessario un approfondimento delle osservazioni future.

Caratteristiche tecniche del telescopio Euclid

Il telescopio Euclid è dotato di uno specchio primario da 1,2 metri ed è equipaggiato con due strumenti principali: una camera visibile e un camera/spettrografo per l’osservazione nell’infrarosso . Lanciato nell’estate del 2023, ha avviato le sue operazioni scientifiche nei primi mesi del 2024 e continuerà fino al 2030.

L’obiettivo principale della missione è quello di acquisire immagini dettagliate di miliardi di galassie nel corso dei sei anni previsti. Le informazioni ottenute permetteranno agli scienziati di costruire una mappa tridimensionale dell’universo e analizzare come questo sia evoluto negli ultimi dieci miliardi d’anni. Attraverso lo studio delle galassie e dei loro movimenti nel tempo, gli esperti sperano anche di ottenere nuove intuizioni sulla natura della massa oscura e dell’energia oscura.

I dati raccolti saranno resi disponibili alla comunità scientifica attraverso tre pubblicazioni principali intervallate da quattro rilasci intermedi; il primo rilascio intermedio è avvenuto il 19 marzo scorso. Ad oggi sono già stati pubblicati oltre ottanta articoli su riviste scientifiche basati sulle prime osservazioni condotte dal telescopio.

Ricerche recenti sui risultati ottenuti

Un team internazionale guidato dal ricercatore francese Hervé Bouy ha recentemente pubblicato uno studio sulla rivista Astronomy & Astrophysics riguardante i risultati ottenuti dalle immagini fornite da Euclid nella porzione celeste nota come LDN 1495 all’interno della Nube Molecolare del Toro. Combinando queste immagini con dati provenienti da sei diversi telescopi terrestri utilizzati negli ultimi vent’anni, i ricercatori hanno identificato numerose stelle giovani appena formatesi nella nube stessa.

Tra le scoperte più significative ci sono i nove oggetti candidati ad essere classificabili come giganti gassosi simili a Giove ma privi dell’orbita attorno a una stella madre. Questo solleva interrogativi sul loro sviluppo rispetto ai classici gioviani legati gravitazionalmente alle proprie stelle parentali.

Le future osservazioni dedicate tramite strumenti avanzati come il James Webb Space Telescope potrebbero confermare la natura planetaria degli oggetti individuati ed esplorare ulteriormente le loro caratteristiche fisiche ed orbitali. Sarà interessante capire quali differenze emergono tra questi *free floating planets rispetto ai gioviani tradizionali e quale possa essere stata la loro storia evolutiva all’interno della nube molecolare in cui sono stati trovati.*

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