Intossicazione da cloro in piscina a Roma: cosa sapere sull’uso del cloro e i suoi rischi

Un episodio di intossicazione da cloro in una piscina di Roma ha sollevato preoccupazioni sulla sicurezza dell’acqua, evidenziando l’importanza del corretto uso e dosaggio del cloro nelle strutture pubbliche.
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Un recente episodio di presunta intossicazione da cloro in una piscina di Roma ha sollevato preoccupazioni riguardo alla sicurezza dell’acqua nelle strutture pubbliche. Alcuni bambini sono stati coinvolti nell’incidente, che è attualmente oggetto di indagine da parte delle autorità competenti. In questo contesto, è utile approfondire l’uso del cloro nelle piscine, i suoi benefici e i potenziali rischi per la salute.

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Perché si utilizza il cloro nelle piscine?

Il cloro è un disinfettante fondamentale per le piscine, utilizzato principalmente per mantenere l’acqua pulita e sicura. La sua funzione principale consiste nell’eliminare batteri, virus e altri microrganismi nocivi che possono proliferare nell’acqua stagnante. Grazie all’azione del cloro, si previene anche la formazione di alghe, garantendo così un ambiente più salubre per i bagnanti.

L’impiego del cloro permette quindi non solo di mantenere l’aspetto limpido dell’acqua ma anche di ridurre il rischio di malattie trasmissibili attraverso il contatto con acqua contaminata. Le autorità sanitarie raccomandano un livello adeguato di disinfezione per garantire la sicurezza degli utenti delle piscine pubbliche.

È importante notare che il corretto dosaggio del cloro è essenziale: livelli troppo bassi potrebbero non essere sufficienti a garantire una disinfezione efficace, mentre concentrazioni elevate possono risultare dannose per la salute dei bagnanti.

In quali forme viene utilizzato il cloro in piscina?

Il mercato offre diverse forme chimiche di cloro destinate all’uso nelle piscine:

  • Ipoclorito di sodio: Questa forma liquida contiene tra il 10% e il 15% di cloro attivo ed è comunemente usata in piscine pubbliche grazie alla sua facilità d’uso.

  • Ipoclorito di calcio: Disponibile sia in polvere che granulare, presenta una concentrazione maggiore ed è spesso impiegato nei trattamenti shock quando si deve ripristinare rapidamente la qualità dell’acqua.

  • Dicloroisocianurato: Questo composto chimico si trova anch’esso sotto forma granulare o in polvere e si dissolve rapidamente nell’acqua; risulta utile per trattamenti rapidi.

  • Tricloroisocianurato: Venduto generalmente sotto forma di pastiglie, questa variante rilascia lentamente il suo contenuto chimico nel tempo assicurando una continua disinfezione dell’acqua.

La scelta della tipologia dipende dalle specifiche esigenze della piscina e dalla frequenza d’uso da parte dei bagnanti. Ogni tipo ha le sue caratteristiche peculiari che ne determinano l’applicabilità nei vari contesti.

Quali sono i rischi associati a un’eccessiva esposizione al cloro?

Sebbene il trattamento conclorochimici sia necessario per garantire acque pulite e sicure, esiste anche un rovescio della medaglia legato all’esposizione prolungata o ad alte concentrazioni. Tra gli effetti collaterali più comuni ci sono irritazioni agli occhi e alla pelle oltre a disturbi respiratori come tosse o crisi asmatiche.

Quando vi è presenza significativa sostanze organiche come sudore o urina nella piscina, può verificarsi una reazione chimica tra queste sostanze ed il cloro formando composti chiamati “clorammine”. Queste ultime sono responsabili non solo dell’odore pungente tipico delle piscine ma possono anche causare ulteriori irritazioni alle vie respiratorie degli utenti.

In situazioni estreme dove ci siano esposizioni molto elevate al gas tossico derivante dal trattamento conclorochimici potrebbero manifestarsi sintomi neurologici come mal di testa o vertigini; tuttavia, tali casi riguardano generalmente lavoratori esposti professionalmente piuttosto che normali frequentatori delle strutture natatorie.

Come accorgersi di un’eccessiva presenza di cloro in piscina?

Esistono alcuni segnali chiari indicativi della possibile presenza elevata di cloro nell’acqua piscina:

  1. Un odore forte e pungente proveniente dall’acqua piscina è spesso sintomo della formazione di clorammine.
  2. Irritazioni agli occhi, pelle o vie respiratorie durante o dopo la permanenza in acqua possono significare del superamento dei limiti consigliati.
  3. Cambiamenti nel colore o aspetto dell’acqua piscina possono essere indicativi di fallimenti nel bilancio chimico, evidenziando la necessità di controllare regolarmente il livello di cloro presente.

Per monitorare il livello di cloro ed acidità dell’acqua sono disponibili kit appositi per effettuare il controllo regolare e facile di questi parametri fondamentali.

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