Il Cremlino ha cambiato rotta riguardo alle criptovalute, lanciando un’emissione di obbligazioni ancorate al Bitcoin attraverso Sberbank. Questa decisione arriva in un contesto di crescente preoccupazione per le insolvenze sui prestiti e rappresenta un tentativo della Russia di adattarsi a nuove dinamiche economiche globali.
L’emissione delle obbligazioni da parte di Sberbank
Sberbank, la principale banca russa e braccio finanziario dello Stato, ha annunciato l’emissione delle sue prime obbligazioni legate alla criptovaluta più conosciuta al mondo. Questi bond saranno ancorati sia al valore del Bitcoin che al tasso di cambio tra dollaro e rublo. Attualmente, l’offerta è riservata a un numero limitato di investitori, ma segna una svolta significativa nella strategia economica della Russia.
L’obiettivo principale dell’operazione è duplice: da una parte i risparmiatori potranno trarre vantaggio dalla performance futura del Bitcoin in dollari statunitensi; dall’altra, Mosca intende ridurre gli effetti delle sanzioni occidentali sul commercio estero. Questo approccio mira a diminuire la dipendenza dal dollaro americano e ad aprire nuove opportunità nei mercati internazionali.
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La decisione si inserisce in un contesto più ampio che vede la Russia cercare alternative per affrontare le difficoltà economiche interne. Le banche russe stanno infatti iniziando a fronteggiare gravi sofferenze dovute all’aumento dei tassi d’interesse, volti a contrastare l’inflazione ma che hanno reso difficile il rimborso dei prestiti da parte di famiglie e imprese. In questo scenario complesso, l’uso dei criptoasset potrebbe rappresentare una via d’uscita per evitare il collasso degli istituti bancari.
Il contesto internazionale delle criptovalute
Mentre la Russia si avvicina alle criptovalute con cautela e necessità economica, gli Stati Uniti stanno seguendo una strada diversa nel mercato digitale. Negli USA c’è grande fermento attorno alle monete virtuali; sotto la seconda presidenza Trump è stata avviata una spinta normativa per regolare il settore delle criptovalute in modo più chiaro ed efficace.
Durante la Conferenza nazionale sulle criptomonete tenutasi a Las Vegas, il vicepresidente J.D. Vance ha sottolineato come gli Stati Uniti debbano sfruttare il proprio vantaggio strategico nel campo delle risorse digitali rispetto alla Cina. Quest’ultima ha adottato politiche restrittive nei confronti del Bitcoin mentre promuove lo yuan digitale come alternativa ufficiale.
Vance ha affermato che “la diffidenza della Cina nei confronti del Bitcoin dovrebbe incoraggiare gli Stati Uniti ad abbracciare questa tecnologia”. Ha anche dichiarato che “Bitcoin sarà un asset strategicamente importante per gli Stati Uniti nel prossimo decennio”, evidenziando così come Washington veda nelle criptovalute non solo opportunità commerciali ma anche strumenti geopolitici cruciali.
In sintesi, mentre Mosca tenta di navigare tra sfide interne ed esterne attraverso i criptoasset con misure straordinarie come quelle annunciate da Sberbank, Washington sta consolidando le proprie posizioni nel mercato globale delle valute digitali con strategie ben definite e ambiziose.