La sonda Juno ripara la sua telecamera grazie a una tecnica innovativa: un passo avanti per le missioni spaziali

La NASA ripara con successo la telecamera JunoCam della sonda Juno, migliorando le immagini di Giove e fornendo importanti insegnamenti per future missioni spaziali in ambienti ad alta radiazione.
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Nel dicembre 2023, il team della missione Juno della NASA ha effettuato una riparazione straordinaria alla telecamera JunoCam, situata a bordo della sonda in orbita attorno a Giove. Questa operazione ha permesso di recuperare la funzionalità dello strumento e ha fornito importanti insegnamenti per future missioni spaziali che operano in ambienti ad alta radiazione. La notizia rappresenta un significativo progresso nella gestione dei sistemi elettronici esposti alle condizioni estreme del sistema solare.

Il contesto della missione Juno

La sonda Juno è stata lanciata nel 2011 con l’obiettivo di studiare Giove, il gigante gassoso del nostro sistema solare. A oltre 600 milioni di chilometri dalla Terra, la sonda si trova costantemente esposta a campi di radiazione intensi che possono danneggiare i suoi strumenti scientifici. La telecamera JunoCam è progettata per catturare immagini dettagliate delle lune e dell’atmosfera gioviana, ma i progettisti erano consapevoli che le condizioni avverse potessero compromettere il suo funzionamento nel lungo periodo.

Dopo aver completato con successo le prime otto orbite attorno al pianeta gigante, la telecamera ha iniziato a mostrare segni di deterioramento durante la sua 47^ orbita. I dati raccolti hanno rivelato danni da radiazioni ai sensori dell’immagine e alla fine quasi tutte le foto risultavano corrotte durante l’orbita 56. Questo evento ha spinto il team scientifico ad agire rapidamente per tentare una riparazione da remoto.

L’intervento sulla telecamera: processo e risultati

Identificato un possibile problema legato al regolatore di tensione all’interno della camera, gli ingegneri hanno deciso di adottare una tecnica chiamata “annealing”. Questo metodo prevede il riscaldamento controllato dei materiali elettronici seguito da un raffreddamento lento; si spera che questo processo possa ridurre i difetti causati dalle radiazioni.

Dopo aver eseguito l’annealing sulla telecamera, sono stati inviati dati sulla qualità delle immagini verso la Terra. Inizialmente non si sono registrati miglioramenti significativi; tuttavia, man mano che ci si avvicinava alla luna Io – uno degli obiettivi principali della missione – le immagini hanno cominciato a mostrare progressivi miglioramenti fino a raggiungere livelli comparabili alle fotografie scattate all’inizio della missione.

Il passaggio ravvicinato del 30 dicembre 2023 ha consentito alla sonda di catturare dettagli sorprendenti delle caratteristiche geologiche di Io: blocchi montuosi coperti da brine anidride solforosa e vulcani precedentemente inesplorati sono stati documentati nelle nuove immagini inviate sulla Terra.

Implicazioni future per le tecnologie spaziali

Attualmente, la sonda Juno continua ad orbitare attorno a Giove ed è già arrivata alla sua settantaquattresima orbita. Nonostante alcuni problemi ricorrenti con il rumore nelle immagini durante questa fase avanzata della missione, gli esperimenti condotti finora offrono preziose informazioni su come costruire veicoli spaziali più resistenti agli effetti nocivi delle radiazioni cosmiche.

Scott Bolton del Southwest Research Institute sottolinea come queste scoperte possano avere applicazioni dirette anche su satelliti in orbita terrestre sia commerciali sia militari. Le tecniche sviluppate attraverso questa esperienza potrebbero quindi rivelarsi fondamentali non solo per garantire il successo delle future esplorazioni planetarie ma anche per migliorare i sistemi tecnologici già presenti intorno al nostro pianeta.

L’esperienza accumulata dalla squadra scientifica potrebbe trasformarsi in un patrimonio conoscitivo utile anche ad altre agenzie spaziali impegnate in progetti analoghi nel futuro prossimo.