Nel giugno del 1981, la tragica vicenda di Alfredino Rampi ha scosso l’Italia intera. Il bambino di sei anni, caduto in un pozzo artesiano a Vermicino, è rimasto intrappolato per tre giorni prima di morire. Questo evento ha avuto ripercussioni significative non solo sulla famiglia Rampi ma anche sull’intero sistema di soccorso italiano. Oggi, a distanza di oltre quarant’anni dalla tragedia, si torna a parlare dei genitori Franca Bizzarri e Ferdinando Rampi e delle loro iniziative per migliorare la sicurezza.
La tragedia del piccolo Alfredino
Il 10 giugno 1981 è una data che molti italiani ricordano con tristezza. Alfredino Rampi cadde in un pozzo artesiano profondo sessanta metri mentre giocava nei pressi della sua abitazione a Vermicino, frazione del comune di Frascati. I tentativi disperati dei soccorritori per salvarlo si protrassero fino al 13 giugno, quando purtroppo il bambino venne dichiarato morto dopo giorni d’angoscia che tennero incollata alla televisione l’intera nazione.
La copertura mediatica dell’evento trasformò la cronaca in uno spettacolo pubblico senza precedenti; giornalisti e telecamere seguirono ogni fase dell’operazione di salvataggio. L’attenzione mediatica portò alla creazione del documentario “La Tv nel Pozzo”, trasmesso su Rai 2 nel giorno del quarantatreesimo anniversario della tragedia. Attraverso le parole narranti dell’attore Fabrizio Gifuni, il filmato esplora come i media hanno raccontato questa storia drammatica attraverso testimonianze dirette da parte dei soccorritori e degli esperti coinvolti.
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Chi sono Franca Bizzarri e Ferdinando Rampi oggi
Franca Bizzarri e Ferdinando Rampi sono i genitori che hanno vissuto il dolore più grande: la perdita del loro figlio unico al mondo. Dopo quella terribile esperienza nel ’81, la coppia ha deciso non solo di affrontare il proprio lutto ma anche di trasformarlo in un messaggio positivo per gli altri. Hanno fondato un’associazione intitolata al loro bambino con lo scopo principale di sensibilizzare riguardo alla sicurezza pubblica.
L’associazione ha avuto un ruolo cruciale nella nascita della Protezione Civile italiana nel 1990; questo ente è ora responsabile della gestione delle emergenze nazionali ed è diventato fondamentale nella prevenzione degli incidenti simili a quello accaduto ad Alfredino. La missione dell’associazione fondata dai genitori va oltre il semplice ricordo: mira ad educare le persone sui rischi legati all’ambiente domestico e sulle misure preventive da adottare.
Il ricordo del fratello Riccardo
Un altro capitolo doloroso nella vita della famiglia riguarda Riccardo Rampi, il fratello minore di Alfredino. Nato quattro anni dopo Alfredino, Riccardo visse anch’egli nell’ombra della tragica perdita familiare; purtroppo anche lui morì prematuramente nel maggio del 2015 all’età di trentasei anni a causa d’un infarto improvviso avvenuto mentre si trovava a Roma.
La scomparsa sia dello storico primogenito sia del secondogenito rappresentano due colpi devastanti per Franca e Ferdinando che continuano comunque ad onorare la memoria dei figli attraverso le loro attività sociali ed associative dedicate alla sicurezza pubblica.
Con queste azioni concrete hanno dimostrato come dal dolore possa nascere una spinta verso cambiamenti positivi nella società italiana riguardo alle tematiche legate alla prevenzione degli incidenti domestici ed emergenziali.