L’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare ha partecipato attivamente alla mostra “L’Oro Dipinto. El Greco e la pittura tra **Creta e Venezia“, in corso al Palazzo Ducale di Venezia fino al 29 settembre 2025. Grazie alla rete CHNet , i ricercatori dell’INFN hanno condotto analisi dettagliate sull’opera “Gesù che porta la Croce“, un’importante icona del XVIII secolo appartenente all’Istituto Ellenico di Venezia, utilizzando tecniche scientifiche non invasive.
Tecniche di analisi applicate all’opera
Le indagini condotte dai ricercatori dell’INFN hanno permesso una comprensione approfondita dei materiali e delle tecniche utilizzate per realizzare l’icona. Tra le metodologie impiegate ci sono state la radiografia, la fluorescenza a raggi X, la spettroscopia Raman e la microscopia ottica. Queste tecniche hanno fornito informazioni cruciali riguardo ai materiali originali impiegati nella creazione dell’opera, alle modalità esecutive adottate dall’artista, alla natura del supporto ligneo e allo stato generale di conservazione.
La radiografia ha rivelato il tipo specifico di legno utilizzato per il supporto dell’icona, consentendo anche una valutazione della sua integrità strutturale. La fluorescenza a raggi X ha permesso l’identificazione degli elementi chimici presenti nei pigmenti e nella doratura; questa tecnica è particolarmente utile poiché fornisce una mappa visiva della distribuzione degli elementi chimici nell’opera d’arte analizzata.
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In aggiunta, l’utilizzo della spettroscopia Raman ha consentito ai ricercatori di identificare con precisione i composti chimici presenti nei materiali artistici. Questa tecnica si basa sull’interazione della luce laser con le molecole dei materiali ed è fondamentale per distinguere vari composti chimici che possono apparire simili ad occhio nudo.
Infine, attraverso la microscopia ottica è stato possibile esaminare lo stato superficiale della pellicola pittorica e della doratura in modo dettagliato. Questa metodologia consente agli esperti di osservare particolari invisibili senza ingrandimento come i singoli grani dei pigmenti o eventuali danni causati dal tempo o da agenti esterni.
Importanza delle scoperte per l’arte
Le informazioni ottenute dalle indagini non solo arricchiscono il patrimonio conoscitivo relativo all’opera d’arte in questione ma sono anche fondamentali per pianificare adeguatamente le strategie conservative necessarie a preservarla nel tempo. Francesco Taccetti, ricercatore dell’INFN coinvolto nel progetto CHNet, ha sottolineato come queste attività dimostrino chiaramente l’importanza del dialogo tra scienza e arte: “Analizzare un’icona come quella custodita dall’Istituto Ellenico ci offre opportunità preziose sia per migliorare le nostre tecnologie sia per contribuire alla comprensione culturale.”
Il contributo scientifico offerto dall’INFN si inserisce perfettamente nel contesto più ampio della mostra dedicata all’influenza storica ed artistica lungo il percorso tra Creta e Venezia durante il periodo rinascimentale; un tema centrale che viene esplorato attraverso opere significative caratterizzate dalla presenza iconografica dell’oro.
Un’esperienza immersiva al Palazzo Ducale
All’interno del percorso espositivo dedicato all’opera “Gesù che porta la Croce“, i visitatori possono interagire con un’installazione multimediale realizzata da CamerAnebbia. Questa installazione permette agli utenti di esplorare i dati scientifici raccolti durante le indagini in modo coinvolgente tramite tablet interattivi; inoltre alcuni risultati delle analisi vengono proiettati sulle pareti circostanti creando così un’atmosfera suggestiva attorno al pubblico presente nella sala espositiva.
La mostra “L’Oro Dipinto” non solo celebra uno dei grandi maestri spagnoli ma offre anche uno sguardo approfondito sulle pratiche artistiche del passato grazie alle moderne tecnologie applicate allo studio delle opere d’arte. Questo approccio multidisciplinare rappresenta una nuova frontiera nell’ambito dello studio dei beni culturali dove scienza ed arte si incontrano creando nuove opportunità conoscitive.