Le società di Bitcoin mining riprendono le vendite: il mercato si muove verso un nuovo equilibrio

A marzo 2025, le aziende di Bitcoin mining hanno iniziato a vendere le loro riserve, segnando un cambiamento strategico significativo e il massimo tasso di liquidazione mensile dal 2024.
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A marzo 2025, le aziende quotate nel settore del Bitcoin mining hanno iniziato a vendere nuovamente le loro riserve di BTC, segnando una rottura rispetto alla strategia di HODL adottata nei mesi precedenti. Questo cambiamento ha portato al più alto tasso di liquidazione mensile dal mese di ottobre 2024, suggerendo un possibile adeguamento alle attuali condizioni del mercato.

Ripresa delle vendite da parte delle mining farm

Nel mese scorso, ben 15 aziende quotate nel settore del Bitcoin mining hanno collettivamente liquidato oltre il 40% della loro produzione totale. Questo segna un netto cambiamento rispetto all’approccio conservativo mantenuto durante i mesi delle elezioni presidenziali e in concomitanza con l’aumento dei prezzi del BTC. Tra queste aziende spicca CleanSpark, che ha annunciato una modifica della sua strategia dopo aver accumulato oltre 12.000 BTC, equivalenti a circa 1 miliardo di dollari.

Il CEO Zach Bradford ha dichiarato che è giunto il momento per CleanSpark di passare da una strategia quasi esclusivamente orientata alla detenzione a una più equilibrata che prevede la monetizzazione parziale della produzione mensile per sostenere le operazioni aziendali. Questa decisione rappresenta un approccio differente rispetto ad altre società che continuano a fare affidamento su metodi come la diluizione azionaria o l’aumento della leva finanziaria per finanziare i costi operativi.

Altre realtà come HIVE e Bitfarms hanno superato addirittura il centodieci percento nella vendita della loro produzione totale di BTC nel mese scorso. Questi sviluppi indicano chiaramente un cambio nella mentalità degli operatori del settore riguardo alla gestione delle risorse accumulate.

Implicazioni economiche e strategie future

Il passaggio da HODL a venditore potrebbe essere interpretato come una risposta diretta ai margini ridotti tra i costi dell’hash rate e l’incertezza economica globale causata dalla guerra commerciale in corso. La recente ripresa nelle vendite segna anche il massimo tasso mensile di liquidazione dal picco registrato nell’ottobre dello scorso anno; tuttavia, mentre allora i prezzi erano in aumento, ora ci troviamo in uno scenario diverso con l’hashprice vicino ai minimi storici e commissioni transazionali scese all’1,1%.

Le società stanno cercando modi alternativi per garantire la propria sostenibilità finanziaria attraverso la monetizzazione dei propri asset digitali piuttosto che accumularli indefinitamente. L’aumento dei costi operativi legati all’espansione delle infrastrutture minerarie e agli aggiornamenti tecnologici sta spingendo molte aziende ad adattarsi rapidamente alle nuove esigenze finanziarie post-halving.

In questo contesto difficile, diverse grandi compagnie stanno investendo capitalmente nell’aggiornamento degli ASIC o diversificando nel calcolo ad alte prestazioni per rimanere competitive sul mercato.

Regolamentazione favorevole in Arizona

Recentemente si è discusso anche dell’approvazione da parte del Senato dell’Arizona della legge HB 2342 dedicata alla protezione dei miners locali. Con un voto finale favorevole di 17 contro 12 membri presenti al Senato statale, ora la legge attende solo l’approvazione finale da parte del governatore.

Questa nuova normativa mira a tutelare gli individui coinvolti nelle attività minerarie domestiche dalle restrizioni imposte dai governi locali riguardanti zonizzazione ed utilizzo degli spazi abitativi. La legge rappresenta quindi non solo una salvaguardia per le imprese ma anche per gli hobbisti privati impegnati nel mining domestico.

La situazione legislativa potrebbe influenzare positivamente lo sviluppo dell’industria mineraria nello stato dell’Arizona rendendola più accessibile agli individui interessati senza timore d’interferenze governative locali.

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